L’Isufi, Istituto superiore universitario di formazione interdisciplinare dell’Università del Salento propone, nell’ambito delle sue attività di didattica, un momento di riflessione pubblica sui contatti storici e religiosi fra Ebraismo e Islam, che si articolerà in due seminari che si tengono a Lecce oggi 2 e domani 3 maggio.
“Tra Ebraismo e Islam: profezia, esegesi, messianismo” è il tema del seminario in programma oggi alle 18:30, presso l’Auditorium del Museo Sigismondo Castromediano a Lecce.
I lavori si apriranno con i saluti istituzionali e l’introduzione di Fabio Pollice, rettore dell’Università del Salento, Salvatore Rizzello, direttore della Scuola superiore Isufi e Samuela Pagani, docente di lingua e letteratura araba.
Parteciperà, nel ruolo di discussant, la filosofa e scrittrice Laura Boella, già ordinaria di filosofia morale e di etica dell’ambiente nel dipartimento di filosofia dell’Università statale di Milano, nota in ambito nazionale e internazionale per le sue riflessioni sul tema delle relazioni intersoggettive, dell’empatia e della simpatia e l’attento lavoro sul pensiero femminile del Novecento. Interverranno Mohammad Ali Amir-Moezzi dell'Ecole pratique des hautes études di Parigi, su “Le origini dell’islam: pluralità di voci e di contesti”; Meir M. Bar-Asher della Hebrew University di Gerusalemme su “Gli studi coranici nella scienza dell’ebraismo e nella tradizione accademica israeliana”; Michael Ebstein della Hebrew University di Gerusalemme su “L’altro nella mistica andalusa".
“Réflexions sur le lexique technique de la poésie mystique persane” è il titolo del seminario che si terrà invece domani alle 10, presso la sala conferenze del College Isufi nel Campus Ecotekne, a Lecce. La conferenza, tenuta da Mohammad Ali Amir-Moezzi, École pratique des hautes études di Parigi, sarà introdotta da Carmela Baffioni, Institute of Ismaili Studies di Londra e vedrà la partecipazione e la traduzione di Samuela Pagani, Università del Salento.
Nel contesto globale attuale, la relazione Ebraismo e Islam è oggetto di crescente interesse e discussione. Mentre le tensioni geopolitiche e sociali possono talvolta offuscare le connessioni storiche e culturali profonde che esistono tra queste due tradizioni, esaminare il loro rapporto può fornire un quadro più completo e sfaccettato della complessità del mondo contemporaneo. Un ulteriore chiarimento e qualche anticipazione attraverso le parole del professore Salvatore Rizzello, direttore della Scuola Superiore Isufi dell’Università del Salento.
Professore, quale la motivazione principale per la scelta dell'argomento del seminario?
La Scuola superiore universitaria Isufi punta a una formazione interdisciplinare, per consentire alle nostre allieve e ai nostri allievi di acquisire gli strumenti anche per interpretare, in chiave critica, i principali fenomeni socio-economici della realtà contemporanea. Nell'attuale scenario geopolitico internazionale, il conflitto Israelo-Palestinese, oltre al dramma dei due popoli coinvolti, sta generando forme di grave radicalizzazione nelle opinioni pubbliche mondiali, che mortificano ogni tentativo di dialogo e di reale comprensione delle cause. Con questo seminario puntiamo invece a far emergere gli elementi comuni tra le due culture e, a partire dalle loro radici, cercare indicare una strada per il dialogo che superi l'attuale clima di grave contrapposizione.
Quali sono gli obiettivi, la "sfida intellettuale" - per così dire - di questo incontro?
La principale sfida che ci poniamo è dimostrare che, anziché barricarsi in una dicotomica contrapposizione tra sé e il diverso da sé (io e il mio nemico), che nella migliore delle ipotesi risulta sterile e nella peggiora genera altre forme di violenza, il dialogo è possibile. La scoperta degli elementi in comune tra le due culture può far emergere tolleranza e perfino apprezzamento per l'evoluzione nella diversità e, nel rispetto reciproco, far cogliere la ricchezza del pluralismo.
Questo approfondimento potrebbe incoraggiare un ulteriore dibattito accademico in riferimento a un tema così attuale e nello stesso tempo urgente?
Si, abbiamo anche questo obiettivo: dimostrare come il confronto pacato e rispettoso possa aiutare il mondo accademico a individuare iniziative che valorizzino la diversità come ricchezza reciproca. L'università ha il compito di non lasciare inascoltata alcuna voce, anzi ha il compito di accogliere e valorizzare le differenze, con scienza, sensibilità e competenza. Una posizione molto diversa da parte di chi invece, anche in ambito accademico, in queste settimane ha scelto l'inefficace scelta del pregiudizio e della contrapposizione.