I vescovi italiani per 74.ma Giornata del ringraziamento che si celebra domani 10 novembre, puntano sulla parola “speranza” che alla vigilia del Giubileo acquista un significato decisivo. Non poteva essere diversamente dalla città di San Francesco, luogo scelto quest’anno per la celebrazione nazionale. Lo sguardo al futuro sul bene della terra e in particolare su coloro che la lavorano.
Occorre una sensibilità più alta per salvaguardare la sostenibilità, con le ricadute sull’ambiente. Tematiche sicuramente non nuove, alla luce dei cambiamenti climatici, con inondazioni ed esondazioni dei fiumi sempre più frequenti, generano non pochi disastri all’ambiente e alle persone, vale la pena ricordarli con maggiore risalto.
Un focus particolare viene rivolto sullo sfruttamento agricolo in chiave industriale che per massimizzare il profitto saltano quelle garanzie che salvaguardano i lavoratori.
Il ruolo del cibo oggi è centrale, non una semplice commodity; durante la vicenda del Covid prima e i conflitti bellici dopo in Ucraina e in Medio Oriente, assistiamo ad un innalzamento dei prezzi delle materie prime, unitamente al costo dell’energia con le relative speculazioni, tutto questo genera un mondo instabile dove gli effetti sull’ecologia sono ben visibili a tutti.
Dopo l’emanazione delle due encicliche (Laudato Si’ e Fratelli tutti), è aumentata la consapevolezza ecologica e solidale a livello globale.
Coloro che lavorano nel mondo agricolo sono chiamati a mantenere sempre quel giusto equilibrio tra la base ecologica, e per noi italiani confermare quella distintività e biodiversità che ci caratterizza da sempre.
La Giornata del ringraziamento, (dal 1950) possiamo considerarla come una sosta benefica – nella quale ringraziamo il buon Dio per i prodotti della terra, e per la stessa Coldiretti mentre si ricordano gli 80 anni dalla nascita della Confederazione, come un patrimonio da conservare e da tutelare, in modo sempre nuovo e sempre vivo.
Il messaggio della Cei allarga l’orizzonte ai nuovi stili di vita, al mondo giovanile futuro protagonista, pur con tutte le incertezze e del nuovo piano ambientale europeo (Green deal). L’attenzione ai cibi ultra-processati e quelli di natura cellulare, che qualcuno vuole far entrare come “novel food”, sono le nuove sfide che nei prossimi anni siamo chiamati a sperimentare.
Oggi grazie ai giovani imprenditori agricoli, con le nuove tecnologie, con l’intelligenza artificiale, si parla di agricoltura di precisione, satellitare, controllata con i droni… Tutto questo fa pensare ad approcci nuovi ed inclusivi, dove la maggiore tecnologia non esclude mai l’agricoltore. (Si parla di carbon farming, di nuove filiere, di etichettatura per tutti i prodotti sia nel territorio italiano che in quello europeo, di cambio di codice doganale, utilizzo migliore dell’acqua …)
In sintesi, i giovani provano ad innovare, non solo nelle nuove macchine ma nella sostenibilità.
Gli agricoltori sono i custodi del territorio che lo salvaguardano da ogni elemento nocivo, provano a manutenerlo nel migliore dei modi, salvaguardando la produzione di cibo sano e salubre, e anche biologico; per un ambiente pulito e un territorio presidiato, binomio inscindibile.
Una preoccupazione da non sottovalutare è la perdita di suolo agricolo, occorre circoscrivere lo spazio per le energie rinnovabili (pannelli fotovoltaici, pale eoliche…), sui tetti e non sui terreni che possono produrre.
Viviamo questa Giornata del ringraziamento in continuità con la consapevolezza di essere un segmento determinante per il settore primario (“eccezionalismo agricolo”) e che grazie ai valori che Coldiretti esprime, rafforziamo questa forza unitaria che unisce l’intero Paese da Nord a Sud.
*Consigliere ecclesiastico nazionale Coldiretti