Basta un attimo, leggi una notizia triste e malinconica e si capovolgono tutti i programmi delle tue prossime giornate. È morto l’on. Giacinto Urso e per i suoi molteplici amici sarà un Natale più triste. Per la sua veneranda età poteva essere nell’aria questo evento: ma è giunto malinconicamente inatteso e, soprattutto, inaccettabile.
Una delle sue ultime e sagge espressioni è stata: “Caro Beppe, ricordati che la vecchiaia è un dono, anche se è difficile da vivere”. Non sarà facile rassegnarsi per chi gli è stato sempre vicino, come i suoi parenti, i collaboratori e le collaboratrici. Non sarà facile convincersi della sua scomparsa per i cittadini del suo paese, Nociglia, che si sono fermati attoniti immaginando che tra poco rischiano di uscire dal radar della storia salentina, perché non hanno più un cittadino così illustre. Invece no! L’onorevole ha già dato tanto alla sua Nociglia, dove ha fatto il sindaco, che rimarrà per sempre il paese di Urso; così come ha dato tanto al suo Salento e all’intera Nazione.
Giacinto Urso, dopo la maturità classica e l’iscrizione alla facoltà di medicina, ha abbandonato gli studi per dedicarsi interamente alla Politica(non è un’esagerazione usare la P maiuscola!). Dalla Fuci è passato alla Democrazia Cristiana di don Sturzo e di De Gasperi e ha voluto cominciare - come diceva lui - dalla periferia e dalla sua Nociglia, diventando subito consigliere comunale e poi sindaco.
Ma il partito provinciale del commendatore Fiocca, di Codacci Pisanelli, di De Maria e del sen. De Pietro lo ha subito individuato e gli ha affidato la segreteria provinciale della Dc. Urso ha saputo lavorare con grandi uomini accanto, come il sen. Francesco Ferrari, l’on. Bruno Antonucci, il governatore Salvatore Fitto, Emilio Pulli, Donato Valli, Antonio Cantobelli, Carmine Magno, Antonio Campanelli e soprattutto il sen. Giorgio De Giuseppe. Con questi uomini Giacinto Urso ha portato Lecce nei palazzi romani. È stato subito deputato, sottosegretario di Stato alla pubblica istruzione, presidente della Commissione sanità della Camera dei deputati. È rientrato a Lecce ed è stato presidente dell’amministrazione provinciale di Lecce ed infine anche difensore civico della Provincia. Ma soprattutto è stato per almeno tre generazioni di politici salentini, maestro e guida.
La sua passione non si è smorzata con l’arrivo della seconda, e forse anche della terza, Repubblica: ha continuato fino ai suoi ultimi giorni a distribuire commenti sempre ricchi di tanta saggezza rivolgendo a tutti la raccomandazione di non tradire i principi e gli insegnamenti contenuti nella nostra legge fondamentale, scritta e sancita dalla Costituzione Repubblicana.
Il lutto ha colpito l’intero Salento, anche se in molti rimangono convinti che Giancinto Urso ha lasciato un’esperienza di vita dagli esempi, dai comportamenti e dai connotati che non moriranno mai. Ecco perché quella dell’on Urso sarà una presenza perenne nei cuori e nelle menti di chi lo ha conosciuto e lo ha eletto a suo maestro e guida, pur se con un carico di tristezza infinita.