Lo sviluppo del contrasto alla povertà passa anche dall'operazione di soddisfacimento totale dei bisogni delle persone in difficoltà al bisogno della crescita interiore.
Uno dei modi è quello che è stato messo a punto recentemente dallo staff della Casa della Carità: un "laboratorio teatrale" che si tiene a Lecce nei locali della parrocchia di San Pio X con la generosa disponibilità del parroco don Vito Caputo del quale è nota a tutti l'apertura a tutti gli abitanti del quartiere con alto numero di immigrati.
Il laboratorio è aperto a tutti, non solo agli ospiti della Casa, ai parrocchiani, cittadini anche di altre religioni ed è totalmente gratuito. L'esperienza teatrale continuativa è sicuramente un modo per includere ed integrare chi si sente rinchiuso nella sua diversità credendola un limite. Il teatro invece insegna che la diversità è ricchezza, soprattutto culturale.
Il laboratorio ha già preso forma ma c'è ancora un po' di tempo per chi volesse approfondire e partecipare.
Tutto è seguito, gestito e tenuto da una volontaria Francesca Soluri che oltre ad essere madre di due bambini adolescenti ed avvocato professionista, dedica quel poco tempo libero che ha a disposizione alla passione per il teatro.
Francesca ormai leccese di adozione, originaria di quella meravigliosa città che è Bologna dove ha anche frequentato il Dns, conoscitrice quindi del teatro avendo fatto parte di diverse compagnie teatrali.
Persona sensibile ed appassionata, cerca di trasferire le sue conoscenze e la sua voglia generosa nel dare, che certamente non sono poca cosa, a chiunque si avvicini per curiosità o per mettersi alla prova.
Il laboratorio non sarà fine a se stesso. Si fermerà per la pausa estiva per poi riprendere con una rappresentazione teatrale che vedrà interpreti persone consapevoli di aver iniziato un percorso con l'obiettivo primario della crescita personale, del superamento delle diffidenze. La paura della diversità cederà il posto ad un appagamento dovuto alla condivisione di momenti vissuti assieme agli altri, fraternamente uniti nel fare cultura.