La notizia non è nuova: il primo ministro inglese Theresa May ha creato il ministero della Solitudine Minister for Loneliness nel gennaio 2018. L’Inghilterra è il Paese con il più alto tasso di disgregazione familiare, in cui oltre il 53% dei cittadini si dichiara privo di senso religioso (National Centre for Social Research, 2007). Si parla, secondo le statistiche, di 9 milioni di persone, anziani ma soprattutto giovani e adolescenti, che si sentono sempre o spesso sole, prive di legami importanti sia all’interno che all’esterno della famiglia.

In Giappone oltre il 27% degli abitanti ha più di 65 anni. Pensioni irrisorie, assistenza carente e solitudine rendono la loro vita così difficile da portarli a volte a scegliere di commettere piccoli crimini per farsi arrestare e avere così un posto dove stare.

La crisi della famiglia, a partire del XX secolo, traduce la incertezza, la fragilità, le problematiche esistenziali sia a livello individuale che comunitario.

Nel mondo antico la famiglia era l’elemento aggregante e di riferimento primario. Il suo ruolo è sempre stato di aiuto all’uomo nella sua crescita valoriale. La sicurezza, il rispetto, la solidarietà, l’accettazione dell’altro nell’amore e nel dono di sé fanno da contraltare alla confusione, all’incertezza dominante, alla fragilità. Attualmente le giovani famiglie, spesso mononucleari e isolate, non riescono più a superare da sole le difficoltà.

Il concetto di famiglia oggi in uso accentua il primato del piacere temporaneo ed immediato, a scapito di un impegno che sappia superare la soddisfazione fine a se stessa per realizzare l’obiettivo della vera realizzazione ‘per me’ in relazione all’altro.

La moderna pedagogia della famiglia deve individuare “gli elementi costitutivi di una nuova stabilità” dove, per nuova, si intenda passato e presente nella prospettiva di un umanesimo integrale secondo la legge naturale (Messaggio per la celebrazione della Giornata mondiale della Pace, 1 gennaio 2007).