“Viviamo come in una centrifuga lanciata a tutta velocità. Siamo costantemente ‘in uscita’ attraverso le cinque porte che sono i nostri sensi. E non soltanto i giovani e i ragazzi”.
Questa la fotografia che padre Raniero Cantalamessa fa della società contemporanea. Dalle colonne de L’Osservatore Romano, il predicatore della Casa pontificia spiega la scelta del tema “Rientra in te stesso! (S. Agostino)”, che accompagnerà le prediche che si tengono in Vaticano, a partire da oggi, nei venerdì di Quaresima (LINK).
“C’è un essere “in uscita” che è buono e spesso raccomandato da Papa Francesco, ed è uscire da noi per andare verso il prossimo e portare l’annuncio del Vangelo “alle periferie esistenziali del mondo” - spiega -; ma c’è un essere “in uscita” deleterio e spersonalizzante ed è quando diventiamo incapaci di sottrarci al chiasso e alla dissipazione per rientrare nel nostro cuore e lì dialogare con Dio. La Quaresima ha lo scopo di aiutarci in questo”.
Cantalamessa spiega che c’è un filo conduttore che unisce la riflessione iniziata nello scorso Avvento e le prediche di Quaresima. “Dio c’è sempre, ma di solito non ce ne rendiamo conto - chiarisce -. Una cosa infatti è sapere che Dio esiste e un’altra cosa accorgerci della sua esistenza, vivere alla sua presenza, ‘coram Deo’ si diceva un tempo. Tra le due cose c’è di mezzo qualcosa che somiglia a ciò che avviene al risveglio mattutino. Durante la notte, le cose intorno a noi esistevano, erano come le avevamo lasciate la sera prima: il letto, la finestra, la stanza. Ma solo adesso, al risveglio, le cose cominciano o tornano a esistere per me, perché ne prendo coscienza, mi accorgo di esse. Prima era come se esse non esistessero. Avviene la stessa cosa con Dio. Occorre un risveglio, un soprassalto di coscienza per accorgersi di Lui. Le prediche quaresimali di quest’anno vorrebbero aiutare a vivere un ‘risveglio’ di questo genere”.