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Uno Stato non è veramente democratico se non è al servizio dell’uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà, l’autonomia della persona umana, se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge e nelle quali essa integra la propria personalità”.

 

 

Dal Centro congressi di Trieste, ieri il Papa ha citato Aldo Moro per proporre le sue riflessioni sulla politica del futuro, partendo dalla constatazione della crisi della democrazia come “un cuore ferito”. “Ciò che limita la partecipazione è sotto i nostri occhi”, l’analisi di Francesco: “Se la corruzione e l’illegalità mostrano un cuore infartuato, devono preoccupare anche le diverse forme di esclusione sociale. Ogni volta che qualcuno è emarginato, tutto il corpo sociale soffre. La cultura dello scarto disegna una città dove non c’è posto per i poveri, i nascituri, le persone fragili, i malati, i bambini, le donne, i giovani. Il potere diventa autoreferenziale, incapace di ascolto e di servizio alle persone”.

 

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