Ma cur Deus homo? Perché Dio si è fatto uomo? “Se vogliamo sapere chi è Dio, dobbiamo inginocchiarci ai piedi della croce” (Jurgen Moltmann).
Dio si fa uomo per incontrare l’uomo nella storia, per raggiungerlo nella situazione in cui si trova, per incontrarlo nelle sue debolezze e nelle sue fragilità e indicargli la strada per salvarsi.
Gesù Cristo ci ha salvati dalla schiavitù del demonio, il quale ci dominava per la paura che avevamo della morte. E la Croce rappresenta il momento culminante del percorso del Dio che si fa uomo per incontrare l’uomo nella storia. La Croce è il luogo che indica l’eliminazione assoluta dell’odio e dell’inimicizia; è l’evento che indica la scelta incondizionata di Dio di accogliere, di amare tutti gli uomini, prima ancora di ogni gesto di pentimento o conversione dell’uomo stesso.
L’Incarnazione, quindi, è funzionale alla Passione, ma la Passione, senza Resurrezione, non dice niente. La Chiesa ha da sempre avuto coscienza che l’affermazione della Resurrezione di Cristo è fondamentale: da un lato essa l’ha sempre intesa come una realtà oggettiva, dall’altro sa che questa affermazione è possibile solo nella fede.
Questa affermazione è fondamento della Chiesa, infatti se Cristo non fosse risorto non ci sarebbero né Chiesa né fede.
Gli uomini vengono su questa terra, secondo l’espressione dell’Abbè Pierre, “per imparare ad amare”, avendo la straordinaria opportunità, in piena libertà, di poter conoscere quell’amore umano di Gesù che ha spiegato, agli uomini di tutti i tempi, il Dio che lo ha inviato. Un racconto che per i cristiani è quello definitivo!