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La provvidenziale partecipazione della collega Manuela Marzo, caporedattore del nostro magazine settimanale, all’VIII Corso di specializzazione in informazione religiosa promosso a Roma dalla Pontificia Università ha permesso ieri di incrociare Paolo Ruffini, il nuovo Prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede.

 

Primo laico designato da Papa Francesco a capo di un dicastero, ieri ha tenuto al Corso della Santa Croce una lezione per presentare la struttura del Dicastero che guida così come progettata e pensata da lui anche se si tratta ancora, così come l’ha definita, di “una riforma in cammino”.

Dopo lunghe e notevoli esperienze in testate della carta stampata, della tv e della radio - Il Mattino, Il Messaggero, fino alla direzione del Giornale Radio Rai, di Gr Parlamento, di Radio1, di Rai3 e di La7 giusto per citare qualcosa - nel 2014 è stato chiamato dai vescovi italiani a dirigere Tv2000 e Radio InBlu. Lo scorso luglio, il salto con la nomina di Papa Francesco al Dicastero vaticano per le comunicazioni.

Integrazione e sinergia tra tutti gli strumenti comunicativi già esistenti rappresentano i punti nevralgici del suo mandato, in una sorta di “cooperativa” della comunicazione che gode del contributo appassionato e missionario di laici e sacerdoti e religiosi, di uomini e di donne. E con il pallino, da buon giornalista, del gioco di squadra in grado di esaltare le caratteristiche e le competenze di ciascuno.

Ha infatti da subito accorpato tutti i media della Santa Sede dalla Radio Vaticana al Ctv, dal Pontificio Consiglio delle comunicazioni alla Sala stampa vaticana, dall’Osservatore Romano all’editrice e ha dato vita a Vatican news.

Fin qui l’istituzionalità del personaggio. Ma la “nostra” Manuela - contro ogni più ottimistica previsione - è andata oltre. È stata capace di “rubargli” qualche minuto dopo la lezione per raccontare in breve Portalecce alla massima autorità pontificia in ambito comunicativo. Ruffini non si è fatto pregare e ha voluto registrare un videomessaggio complimentandosi con il nuovo progetto leccese.

“L’intuizione dell’arcivescovo Michele Seccia - esordisce Ruffini nel videomessaggio - credo sia un’iniziativa profetica. Se i cattolici delle diverse diocesi si sentono parte di una Chiesa in uscita e possono condividere con il vescovo e tra di loro il cammino, esso non può che portare frutti”.

“Siamo sempre stati abituati  - ha proseguito il Prefetto del Dicastero per le comunicazioni della Santa Sede - a pensare che ‘c’è la Chiesa e ci siamo noi’ ma un’esperienza come la vostra rende tutti Chiesa e tutti comunicatori (si pensi all’efficacia dei social ndr) in un mondo in cui la comunicazione, la vita e la missione sono così intrecciate tra loro che se la Chiesa non abitasse i media e come se si ritirasse dal mondo”.

“Il mio grazie – ha sottolineato – va ai volontari, ai tanti ragazzi e giovani che portano avanti Portalecce. Vanno incoraggiati e aiutati a sentirsi parte di una Chiesa che comunica perché in uscita”.

“Vi invito - così Ruffini ha concluso il suo videomessaggio - a comunicare tutto, dall’orario delle messe e delle confessioni a tutte le attività diocesane. E raccontate la città, ciò che va e ciò che non funziona, perché lo sguardo cristiano sul mondo ci riconduce alla verità di un incontro; ci riconduce alla libertà che noi cristiani abbiamo di dire con verità ciò che accade; ci riconduce al nostro essere comunità.

“In bocca al lupo - il suo augurio finale - e di qualunque cosa abbiate bisogno dal Dicastero per le comunicazioni, noi tutti ci siamo”.

 

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