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“Vogliamo una Rete non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere”, sprona Papa Francesco nel suo Messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

In ambito ecclesiale, bisogna tenere poi conto che il mondo massmediale incide sull’autorevolezza sociale e culturale della Chiesa, ma occorre pure tenere presente che la Comunità cristiana è da sempre impegnata nella comunicazione, per cui essa può cogliere l’opportunità dei new media come straordinaria e innovativa chance positiva.

A tal proposito, si può fare riferimento a un’interessante correlazione tra il concetto di Chiesa e il conseguente tipo di comunicazione postconciliare.

 Già nel 1974, il card. Avery Dulles aveva individuato le diverse modalità preminenti nelle attività ecclesiali: istituzionali, impegnate nell’annuncio evangelico, interessate soprattutto nell’incontro sacramentale con Dio, testimoniate in quanto comunità associata a Cristo, servo d’amore verso gli ultimi.

E, di conseguenza, aveva indicato i vari modi di comunicare.

A sua volta, Paul A. Soukup, gesuita massmediologo autore di uno studio pubblicato il 3 giugno 2017 sulla Civiltà Cattolica, ha presentato una riflessione su “L’autorità, i nuovi media e la Chiesa”. cioè sull’attuale percezione dell’autorità ecclesiale, in seguito alle recenti mutazioni tecnologiche dei social.

E ne ha sottolineato la positiva utilizzazione di un linguaggio adatto: gli esiti non dipendono solo da chi ha il posto di comando, ma anche da chi ha voce; dalle modalità con cui si creano i messaggi; dalla loro frequenza; dalla comunicazione “orizzontale, dal modo con cui le persone interagiscono con i loro vicini”.

Ne deriva che la Chiesa ha bisogno di “imparare a parlare il linguaggio dei media, il linguaggio adatto al dibattito pubblico”.

In tale contesto, serve, afferma ancora Papa Francesco, “una Rete per liberare”. emerge sempre più l’esigenza di stabilire un patto sociale per costruire e sperimentare la comunità come vera risorsa e ricchezza, portando nel mondo virtuale la reale vita quotidiana e educando sia alle necessarie strategie sia all’uso proficuo dei codici informatici.

Per saper gestire gli elementi fondamentali dell’informatica come codici e strumenti, per progettare il futuro.

 

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