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La parola ‘preghiera’ proviene dal verbo latino prĕcor, che significa pregare, rivolgersi a qualcuno chiedendo un beneficio; il termine ‘orazione’ proviene dal sostantivo latino oratio, che significa parola, discorso, colloquio.

Entrambe le espressioni indicano il medesimo coinvolgimento per la persona umana. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, nel chiedersi cosa sia la preghiera, risponde con le parole di Santa Teresa di Gesù: “è un intimo rapporto di amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con Colui da cui sappiamo d’essere amati” (C. C. C., n. 2709).  

Si allude qui, in particolare, alla preghiera contemplativa, momento nel quale, per azione della Grazia, lo spirito è condotto ai confini del divino, trascendendo la realtà. Ma la preghiera è sempre, in senso più ampio, il desiderio di una intima comunione con Dio.

Il grande mistero della fede “richiede che i fedeli vi credano, lo celebrino e ne vivano in una relazione viva e personale con il Dio vivo e vero. Tale relazione è la preghiera” (C.C.C. n. 2558).

L’orazione è sempre incontro con Dio, al quale ci si rivolge per sostegno, appoggio, richiesta d’amore. “Mi hai scritto: Pregare è parlare con Dio. Ma di che cosa? – Di che cosa? Di Lui, di te: gioie, tristezze, successi e insuccessi, nobili ambizioni, preoccupazioni quotidiane…, debolezze! E atti di ringraziamento e suppliche: e Amore e riparazione. In due parole: conoscerlo e conoscerti, frequentarsi!” (San Josemaría Escrivá, Cammino, 91).

 

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