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 “La Chiesa per sua natura è in movimento, non se ne sta sedentaria e tranquilla nel proprio recinto. È aperta ai più vasti orizzonti, inviata - la Chiesa è inviata! - a portare il Vangelo per le strade e raggiungere le periferie umane ed esistenziali”.

A ribadirlo è stato Papa Francesco, durante l’Angelus di ieri, in cui ha spiegato che “l’urgenza di comunicare il Vangelo, che spezza la catena della morte e inaugura la vita eterna, non ammette ritardi, ma richiede prontezza e disponibilità”. “La Chiesa è itinerante, la Chiesa è decisa, agisce in fretta, sul momento, senza aspettare”, la tesi i Francesco, secondo il quale “la sequela di Gesù esclude rimpianti e sguardi all’indietro, ma richiede la virtù della decisione”. “La Chiesa, per seguire Gesù, è itinerante, agisce subito, in fretta, è decisa”, ha ripetuto il Papa: “Il valore di queste condizioni poste da Gesù - itineranza, prontezza e decisione - non sta in una serie di ‘no’ detti a cose buone e importanti della vita. L’accento, piuttosto, va posto sull’obiettivo principale: diventare discepolo di Cristo! Una scelta libera e consapevole, fatta per amore, per ricambiare la grazia inestimabile di Dio, e non fatta come un modo per promuovere sé stessi”.

“È triste questo!”, ha esclamato Francesco: “Guai a coloro che pensano di seguire Gesù per promuoversi, cioè per fare carriera, per sentirsi importanti o acquisire un posto di prestigio. Gesù ci vuole appassionati di Lui e del Vangelo. Una passione del cuore che si traduce in gesti concreti di prossimità, di vicinanza ai fratelli più bisognosi di accoglienza e di cura. Proprio come Lui stesso ha vissuto”.

 

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