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La fiducia è fondamentale per chi comunica. La vicinanza è un gesto di umana sollecitudine verso chi vive passaggi difficili. La solidarietà concreta, quella che tocca il portafogli, è decisiva per manifestare un legame quando le bufere minacciano di portarsi via tutto. Anche le cose più care.

Ecco perché chi ha ricevuto su whatsapp il ritaglio del giornale (quello in foto) non può limitarsi a rispondere al mittente meccanicamente con il pollice alzato. Non può bastare. E non basta se al centro della questione c’è La Gazzetta del Mezzogiorno.

Che, com’è noto, vive (e purtroppo non è la prima volta) un tempo complicato. A causa del quale i lavoratori – giornalisti ma non solo –  con le loro famiglie, rischiano di pagare il prezzo più alto.

È vero. La Gazzetta, da quando la nostra terra gode anche della voce di Quotidiano, è stato da più parti considerato il giornale di Bari. Come se - lo scrivono i giornalisti nell’appello – “Dalle città capoluogo ai piccoli paesi, dai centri più popolosi alle località montane, dal Gargano al Salento passando per le Murge” non ci fosse “comunità cui la Gazzetta del Mezzogiorno non abbia dato voce”.

È una questione di voce dunque. Non di residenza. E nemmeno di nascita. La comunicazione è una questione di voce. E chi ne mastica di media sa bene che le voci in una comunità – grande o piccola che sia - quante più sono, più alto è il livello della democrazia, della giustizia e della pace sociale.

Ecco perché anche i lettori di Portalecce manifesteranno solidarietà col portafogli il prossimo 29 dicembre e risponderanno “io ci sono” all’appello di Gianfranco, Marco, Manuela e di tutti gli amici della Gazzetta di Lecce e del Mezzogiorno.

 

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