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Si è tenuta ieri presso il piazzale esterno del piano rialzato del Presidio Ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce, la cerimonia di benedizione e consegna di due ecografi pediatrici di cui uno all’Unità Operativa di Pediatria, diretta dal dott. Pasquale Paladini, in ricordo di Vincenzo Quarta e il secondo, in ricordo di Paola Maggio, alla Sezione di Reumatologia e Immunologia Pediatrica, diretta dalla dott.ssa Adele Cimino.

 

Promotori dell’iniziativa due Enti del Terzo Settore, le associazioni “Cuore e mani aperte - OdV”, che da venti anni opera all’interno del nosocomio leccese su iniziativa del cappellano del Fazzi, don Gianni Mattia e l’associazione “Lorenzo Risolo Onlus” presieduta da Sonia Chetta Risolo.

Alla cerimonia erano presenti il direttore generale Asl Lecce, dott. Rodolfo Rollo, il direttore sanitario di presidio, dott. Osvaldo Maiorano, il dott. Pasquale Paladini e la dott. Adele Civino, mons. Michele Seccia, arcivescovo metropolita di Lecce e il sindaco del capoluogo salentino, Carlo Salvemini.

Il progetto, condiviso dalle due associazioni partner che hanno provveduto all’acquisto dei due ecografi, riceve il plauso del personale medico del presidio ospedaliero “Vito Fazzi” e del direttore generale dott. Rodolfo Rollo.

“La donazione di oggi è la dimostrazione e l’esempio di come il dolore, dopo un evento tragico, si trasforma in amore. Un amore collegato a dei progetti che sono progetti di bene, di servizio, di messa a disposizione e di un qualcosa fatto per qualcuno che ne ha veramente bisogno - ha dichiarato il direttore generale Asl, il dott. Rodolfo Rollo - il mio grazie va quindi a chi si spende per queste iniziative, e allo spirito con il quale vengono fatte utilizzando tutte le espressioni che la nostra cultura può mettere a disposizione per contrastare alcune fasi della vita non piacevoli, perché sono appunto delle fasi di malattia”.

Per don Gianni Mattia, presidente di “Cuore e mani aperte”, “Questa donazione per la nostra associazione costituisce solo l’ultima di una lunga serie che negli anni ha riguardato non solo il Fazzi, ma ha toccato quasi tutti gli ospedali salentini, allo scopo di favorire il lavoro del personale sanitario in una celere e puntuale definizione della diagnosi. Abbiamo scelto di intitolarla alla memoria del giovane Vincenzo Quarta perché alcuni hanno il loro destino scritto nei propri nomi. Vincenzo è stato un uomo di legge e valori importanti. Un uomo che ha lasciato la sua terra per seguire il suo percorso di vita e che in essa è tornato come sospinto da una forza che lo rivoleva a casa.  Vincenzo, "destinato a vincere" e in lui ha vinto l'amore”.

 

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