Diodato e Ligabue hanno fatto conoscere al mondo la nostra “Beddha ci dormi”, dal palco della Notte della Taranta. Federica Pagano no. Lei l'ha interpretata da un prato, seduta a gambe incrociate, tra storia e tradizione religiosa.
Ed anche se non arriverà dall'altra parte del mondo, ha toccato i cuori degli innamorati. Ha sfiorato i cuscini di quelle storie d'altri tempi fatte di attese, desideri, speranze.
Meet non c'era, il telefono non c'era e non c'erano nemmeno le emoticon. Non c'era il tutto e subito, ma esistevano ragazzi pronti a sfidare il freddo umido delle notti salentine, aspettando un bacio che non sarebbe arrivato così presto.
Questa versione di “Beddha ci dormi” (CLICCA QUI ) nasce dall'idea di Emanuele Serinelli, producer d'eccellenza, che ha voluto dare un volto nuovo a questo capolavoro della musica popolare. E dalle notti insonni degli innamorati, le notti al pianoforte di Emanuele hanno costruito un abito nuovo a questo testo fatto di passione per la musica. Tutto nasce per caso. Federica ed Emanuele hanno provenienze e storie diverse. Emanuele, scrive influenzato dalla musica elettronica, si occupa di arrangiamento, mix e mastering con un occhio particolare per il montaggio video e la regia.
Federica, cresciuta all'ombra del coro parrocchiale, suona la chitarra e canta musica popolare salentina, tra un esame e l'altro all'università.
In comune le radici di un territorio martoriato dall'indifferenza di chi dice "ca nu b'é terra pe ciciri".
Dal loro incontro, tra il santuario di Galeano e Torre Bartoli a Torchiarolo, emerge tutta la passione per la terra. L'arrangiamento di Emanuele conduce verso i ricordi di giovani amori lontani; la voce di Federica scardina i sospiri delle lunghe attese che rafforzano le relazioni.
Tutto può accadere, senza paura, con il coraggio di chi sceglie ancora di fare un pezzo di strada insieme.