Nato a Lizzanello, alle porte di Lecce, il 9 febbraio 1842 si licenziò in belle lettere e filosofia nel 1858 presso il liceo-convitto di Lecce, allora retto dall’ordine dei Gesuiti.
Nel 1864 si laureò in medicina a Pisa e nel 1866 si specializzò in chirurgia a Firenze. Intrapresa la professione, si consacrò ad attività utili alla collettività: dal Comizio agrario alla commissione conservatrice dei monumenti e dal Consiglio sanitario alla delegazione scolastica.
Conseguito l’insegnamento della storia naturale nella Scuola tecnica normale di Lecce, diede vita ad un’intensa attività di ricerca dell’ambiente salentino: dalla meteorologia alla sismologia, dalla geologia alla paleontologia, dall’archeologia alla storia, dall’agricoltura all’igiene.
Iniziò, tra il 1868 e il 1872, la raccolta sistematica delle osservazioni meteorologiche a Lecce e nel 1874 costituì l’Osservatorio meteorologico. Nel corso della sua esistenza intrattenne rapporti con scienziati e varie personalità e prese parte ai congressi della Società meteorologica italiana.
Nel 1880, a riconoscimento di quanto andava facendo per la scienza, fu nominato cavaliere d’Italia. Nel 1897, su proposta del barnabita Francesco Maria Denza, il grande meteorologo ed astronomo italiano, fu nominato socio corrispondente della Pontificia accademia dei nuovi lincei e nei primi anni del ‘900 fu insignito con una medaglia d’argento dalla Società geografica italiana.
La passione per l’archeologia lo portò a scoprire, negli stessi anni, l’Anfiteatro romano nel cuore della città leccese.
Svariati scritti, tra i quali spiccano i due volumi (1882-1888) dal titolo La Provincia di Lecce: bozzetti di viaggio, rappresentano un estratto delle doti scientifiche ed umane del grande scienziato salentino.
L’ultima delle sue opere, dedicata alla geologia e all’idrografia salentine, fu pubblicata postuma alla sua dipartita, avvenuta a Lecce cent’anni fa, il 2 dicembre 1922.