Per Sant’Apollonia, dialettale Pulonia o Bulonia, originaria di Alessandria d’Egitto, circolano diverse leggende sul suo martirio, ciascuna con una trama differente.
Una riporta che la giovane, dimostrando poteri miracolosi, ridusse in polvere alcuni simulacri pagani; per punirla le furono strappati i denti con una grossa tanaglia arroventata. Per questo martirio è invocata contro il mal di denti e tutte le malattie della bocca (pare anche per il mal di testa), ed è protettrice dei dentisti e degli odontoiatri.
È raffigurata, oltre che con la palma, simbolo del martirio, con tenaglie che trattengono un dente; le tenaglie erano infatti adoperate per estrarre i denti malati.
In passato, dinanzi all’immagine di Santa Apollonia si recitava questa formula, quando si accusava dolore ai denti:
Santa Apollonia mia,
tieni il dente vecchio
e dammi il dente nuovo,
me lo devi dare tanto forte
che deve scardinare gli stipiti delle porte.
Quando ai bambini cadevano i denti di latte, si diceva di non buttarli per strada, ma nel fuoco o nel gabinetto o nel pozzo nero: se i denti fossero stati inghiottiti da un cane, i nuovi sarebbero spuntati con le stesse dimensioni e forme dei denti del cane. Era un’antica credenza popolare.
A Francavilla Fontana (Br), dove il dente era paragonato a una zappa, si invocava:
Santa Paulonia mea Santa Apollonia mia
iu ti to’ nna zappa vecchia io ti do una zappa vecchia
e tu mi ta’ nna zappa noa. e tu mi dai una zappa nuova.
Con la variante registrata a Taurisano:
Santa Bulònia mia, Santa Apollonia mia,
ténite a zzappa vecchia tieniti la zappa vecchia
e tamme ‘a nova. e dammi la nuova.