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Ricorre oggi il venticinquesimo anniversario della morte del Servo di Dio Nicola Riezzo. Il 20 agosto del 1998, infatti, moriva nella sua abitazione di Via Carritelli a Squinzano dove era nato l’11 dicembre del 1904, da Giuseppe Pacifico Riezzo e Oronza Renna.

 

 

Il giorno dopo il piccolo Nicola venne battezzato nella sua chiesa, a due passi dalla sua casa, la parrocchiale intitolata a San Nicola di Mira, dall’arciprete don Angelo Pierri alla presenza degli emozionati padrini Cosimo Giuseppe Longo e Domenica Angela Maci.

Qualcuno dei presenti raccontò che il rito del sacramento battesimale avvenne in un clima semplice ma di profondo raccoglimento ed “il profumo dell’incenso che si spargeva nell’aria sembrava abbracciare quel coro di preghiere che si elevavano fino al cielo”. Presagio di un’esistenza di carità che sarebbe stata interamente dedicata alla gloria di Dio e vissuta all’insegna della fede autentica.

All’ombra e sotto la guida dello zio sacerdote, mons. Vincenzo Riezzo, “Nicola cresce in una famiglia molto unita e dedita al lavoro, fatto sempre con zelo e sempre offerto a Dio”. Così racconta Silvia Quarta Serafino nella sua biografia “Il Servo di Dio mons. Nicola Riezzo arcivescovo. Pastore secondo il cuore di Dio” che traccia un profilo dell’uomo dall’anima mite sempre pronto al servizio evangelico. Un vescovo che amava camminare a piedi portandosi dietro il profumo del suo popolo che lo amava e lo rispettava e che già lo “sentiva santo” anche per quel suo modo estremamente spontaneo di vivere il suo impegno umano e cristiano al servizio degli altri.

Laureato in teologia presso l’Università Gregoriana da alunno del Collegio Capranica in Roma, fu ordinato sacerdote a Squinzano, nella sua parrocchia il 21 agosto del 1927 dal vescovo di Lecce, mons. Gennaro Trama. Insegnò teologia nei seminari di Assisi e Molfetta.

Il 25 marzo del 1958 fu eletto vescovo di Castellaneta. Fu consacrato vescovo da mons. Francesco Minerva il 29 giugno dello stesso anno nella cattedrale di Lecce. Da vescovo ha partecipato a tutte le sessioni del Concilio Vaticano II.

Il 28 aprile 1969 venne trasferito alla sede arcivescovile di Otranto di cui è stato l’ultimo metropolita.

Un uomo di Chiesa che ha interpretato, con l’obbedienza, la volontà divina sentendosi, solo e sempre, strumento della provvidenza di Dio come quando il 27 gennaio del 1981, all’età di 77 anni, da arcivescovo emerito, dopo aver accolto da arcivescovo di Otranto, San Giovanni Paolo II, per la prima volta pellegrino in Puglia per conoscere e venerare i martiri idruntini, tornò nella sua amata Squinzano, nella sua parrocchia, svolgendo l’umile servizio di collaboratore dell’arciprete mons. Antonio Caricato. Nella stessa chiesa dove le sue spoglie mortali riposano in un sarcofago dal 2008. 

A Squinzano oltre al fulgido esempio di sacerdote santo ha lasciato una lunga scia di carità ma anche un’opera ancora visibile. Co i suoi risparmi volle costruire la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna di Fatima. A mons. Riezzo, docente esemplare e metodico, uomo di grande fede ed intensa preghiera, modello di virtù, sapienza e umiltà, profonda spiritualità e grande slancio verso gli altri, è dedicata la targa posizionata in Via San Francesco, che riporta il suo motto episcopale: “Charitas Christi urget nos”.

Il 7 ottobre 2008, dopo tre anni di intenso lavoro svolto dalla Postulazione guidata dal sacerdote squinzanese mons. Luigi Manca presso la chiesa matrice di Squinzano, si è chiuso il processo diocesano sulla vita, le virtù e la fama di santità del Servo di Dio Mons. Nicola Riezzo.

 

 

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