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Secondo una secolare leggenda, ogni volta che gli abitanti di Melendugno si recano in pellegrinaggio presso la chiesetta di San Niceta, situata alle spalle del cimitero comunale, sentono i rintocchi di una campana provenienti da lontano, da un luogo che rimane tuttora sconosciuto.

 

 

Essi sanno, da sempre, che la campana è sotterrata in uno dei campi fittamente olivetati e che è tutta d’oro.

Si racconta che quando la vicina Roca fu saccheggiata dai turchi nel 1480, un sopravvissuto alla strage corse presso la chiesetta, a quel tempo un’abbazia, avvisando i monaci che la abitavano di abbandonarla per evitare il peggio. Prima di fuggire i monaci pensarono bene di fondere tutti gli oggetti preziosi custoditi nell’abbazia con cui modellarono una campana che tinsero di pece e che appesero al campanile.

Dal luogo del loro nascondiglio potettero osservare che i turchi, effettivamente giunti fin lì, fecero marcia indietro non avendo trovato nulla. Quando, passato il pericolo, i monaci rientrarono nell’abbazia, pensarono bene di sotterrare la campana per riportarla nel sito deputato in tempi decisamente migliori. I turchi ritornarono, trucidarono i monaci che si portarono via il segreto del luogo dove tuttora è nascosta la campana.

 

Per approfondimenti: R. Barletta, Ci tene arte tene parte, Grifo, Lecce, 2011.

 

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