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Sant’Alò viene invocato “oh sant’Alò!” di fronte all’altrui ingenuità, all’altrui candore. E può darsi si tratti del sant’Alò proverbiale in Toscana per la sua nullaggine (fare come sant’Alò: che lasciò il mondo come lo trovò, che prima morì e poi si ammalò…); “Sant’Alò! È anche un’esclamazione di rimprovero o d’impazienza.

Santu Liggiu a Lecce (in passato esisteva una chiesa), era il protettore degli animali oltre che dei fabbri, garagisti, carrozzieri, gioiellieri, meccanici, metallurgici, orologiai, veterinari, vetturini, maniscalchi. Nell’iconografia sacra è raffigurato mentre ferra gli zoccoli di un cavallo.

A Roma nella Chiesa di S. Eligio degli Orefici, nei pressi di Via Giulia, si trovano affreschi eseguiti da Matteo da Lecce o, meglio, da Matteo Perez d’Aleccio (1547-1626)

Per approfondire: R. Barletta, Quale santo invocare. Feste e riti del calendario popolare salentino, Ed. Grifo, Lecce, 2013.

 

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