Nel martirio di San Sebastiano viene a coincidere la sua abilità di fabbricare e di usare armi, per lo più frecce forgiate col ferro, per il fatto che fosse un arciere al comando dell’imperatore Diocleziano.
Paradossalmente, proprio con quell’arma fu torturato dopo essere stato scoperto a portare conforto ai neo cristiani. Iconograficamente è raffigurato legato ad un tronco o ad una colonna (come lo raffigurò Andrea Mantegna in un celebre dipinto), trafitto da frecce mortali.
Secondo la tradizione l’esito del suo primo supplizio andò a vuoto perché fu fortunatamente raccolto da una vedova romana, di nome Irene, che lo accudì amorevolmente fintanto che non raggiunse la completa guarigione che gli consentì di comparire dinanzi a Diocleziano. Questi, per tutta risposta, ordinò di bastonarlo e di gettarne il corpo nella Cloaca Massima perché nessuno potesse salvarlo. In questo caso san Sebastiano apparve in sogno ad una donna che riuscì a recuperare il corpo ed a dargli degna sepoltura in un luogo della via Appia dove, in seguito, Papa Damaso (IV secolo) fece costruire la Basilica che gli intitolò.
Siccome in passato si credeva che la peste si propagasse dalle frecce scagliate dai demoni sulla Terra, il citato santo fu nominato protettore del morbo; cominciò a diffondersi la consuetudine di portare appeso al collo un amuleto a forma di freccia, denominato “freccia di San Sebastiano” ed a ritenerlo protettore dei commercianti di materiale ferroso; inoltre cominciò ad essere invocato contro l’insidiosa epilessia (propagatasi successivamente durante il XVII secolo) e tutte quelle epidemie che nel Medio Evo colpirono sia gli uomini sia il bestiame.
Nel caso della peste, San Sebastiano condivise il patronato con San Rocco al quale spesso era associato; nel tempo tale abbinamento è stato riveduto e sopravvive tuttora soltanto in qualche centro come a Galatone dove si trova la chiesa dei SS. Sebastiano e Rocco (sec. XVI-XVIII), attigua all’antico convento dei Domenicani, attualmente Municipio, e dove si festeggia la seconda domenica di luglio.
San Sebastiano è ricordato anche a Gallipoli e Copertino e in alcuni centri salentini gli sono dedicate le antiche porte urbiche; a Racale è il protettore e si festeggia sia il 20 gennaio sia l’ultima domenica di maggio.