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“È morta la santa di Lecce”. Così scrissero le testate giornalistiche locali del 21 maggio 1922.

 

 

La sua santità è racchiusa nell’aver saputo comprendere il disegno di Dio ed accogliere con fiducia la Sua volontà: la via del dolore offerto, come unica via che conduce alla salvezza. Una via ardua, ma che Luigia Mazzotta ha saputo percorrere, nella gioia di appartenere a Gesù e di condurre a Lui quante più anime possibile.

Il profumo di santità lo avvertì anche il vescovo di allora, mons. Gennaro Trama, che chiese, profeticamente, di farle una fotografia, proprio tre giorni prima della sua morte, quando il giglio, da lei piantato 4 anni prima, era ancora un piccolo bottoncino verde, con 21 foglioline, ma che improvvisamante, alle 3 del pomeriggio del 21 maggio, sbocciò, contemporaneamente all’ultimo respiro della nostra Luigia.

 

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