Come da tradizione il 25 agosto, secondo giorno dei festeggiamenti patronali, si fa ricordo e memoria del martirio di Sant’Oronzo nel luogo dove, secondo la millenaria tradizione, è avvenuto il sacrificio del protovescovo, il santuario di Sant’Oronzo fuori le mura, “La capu te Santu Ronzu”.
Quest’anno il momento ha avuto una valenza più considerevole in quanto, in occasione della chiusura della Porta Santa dell’Anno Giubilare Oronziano, la celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo di Zara, mons. Zelimir Puljic, invitato dall’arcivescovo Michele Seccia a partecipare ai solenni festeggiamenti di quest’anno. Nel ringraziare la presenza del confratello vescovo croato, Seccia, nell’omelia, ha ricordato ai numerosi fedeli presenti e accorsi anche a piedi allo storico Santuario, come, in luoghi così carichi di mistero e fede concreta, “facciamo viva memoria di ciò che accadde e che è radice di identità, ma non come banale ricordo del passato, ma per chiederci che valore ha oggi ciò che è accaduto quasi 2000 anni fa.”
La celebrazione è stata solenne e sentita da parte di tutti fedeli, dai più anziani ai più giovani presenti, famiglie e bambini compresi, fino agli stessi celebranti, i vescovi, i sacerdoti invitati da don Maurizio Ciccarese, rettore del santuario, e tutti coloro che, anche di passaggio, si sono accostati per un momento di preghiera in devozione al santo patrono. Una chiesa divenuta gremita di fedeli che hanno dato valore della testimonianza di fede più grande, dare la vita, come ha ribadito sempre mons. Seccia: “Lo facciamo ogni volta che ci accostiamo all’Altare e osserviamo e partecipiamo di ciò che accade là sopra e ciò non deve essere solo un’abitudine. Noi diventiamo tabernacolo vivente di Dio. Per questa testimonianza il martire dava la vita.
Al termine della celebrazione l’arcivescovo di Zara, nel ringraziare il vescovo Michele, ha voluto ringraziare tutti i fedeli presenti per la preghiera comunitaria e così tutti i fedeli leccesi che, ha ammesso con emozione, in occasione della solenne processione, ha provato commozione nel vedere così tanti fedeli uniti nella fortissima devozione. Un’esperienza che, ha ammesso, “parlandone con il caro confratello Michele, ha accresciuto la mia e nostra fede come pastori”.
Conclusa la celebrazione tutti i fedeli sono usciti dal luogo sacro e l’arcivescovo Seccia ha potuto così chiudere solennemente la Porta Santa.
Successivamente i due pastori si sono soffermati brevemente in preghiera al “cippo” sacro del martirio, la colonna romana che si erge appena fuori il santuario che da memoria del punto esatto in cui Sant’Oronzo è stato decapitato e dal cui sangue è germogliato il seme della fede e della gioia di Cristo nella nostra terra.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.