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Quella del 20 febbraio è una data oltremodo cara al culto oronziano. Si ricorda infatti la salvezza del Salento del terribile terremoto del 20 febbraio 1743. In quel giorno, un sisma con epicentro nel Canale d'Otranto, a soli 50 km dalla costa e con una magnitudo di 7º grado della scala Richter, venne avvertito nell'intero Mezzogiorno d'Italia e provocò un violento tsunami che si abbattè su entrambe le sponde dell'Adriatico.

 

 

 

Diversi centri subirono danni gravissimi ma Lecce e molte contrade della provincia rimasero pressochè indenni. I devoti attribuirono lo scampato pericolo all'intercessione del protovescovo appulo. Nacque così la memoria del Patrocinio di Sant'Oronzo fissata appunto per il 20 febbraio e celebrata anche nell'arte locale. L'esempio più conosciuto è una tela custodita in Santa Croce che mostra il martire benedire dal cielo lo skyline leccese mentre un cartiglio recita in vernacolo: «Foi S.Ronzu ci ni leberau / de lu gran terramotu, ci faciu / a binti de frebaru, tremulau / la cetate nu piezzu, e no cadiu. / Iddu, Iddu de celu la guardau, / e nuddu de la gente nde patiu. / È rande santu! Ma de li santuni / Face razie, e meraculi a migliuni». L'evento miracoloso diffuse la fama del santo come protettore da invocare contro il pericolo dei terremoti. E come tale è stato infatti invocato lo scorso marzo in Croazia, in occasione di una scossa tellurica che ha arrecato non pochi danni alla stupenda cattedrale di Zagabria. Episodio di cui scrivemmo proprio su queste pagine (CLICCA QUI).

Se a Lecce la memoria del patrocinio è purtroppo caduta in disuso a partire dagli anni ̕60-̕70, non così a Botrugno, comune dell'arcidiocesi di Otranto, che ancora custodisce un'intensissima devozione al santo. I festeggiamenti botrugnesi di febbraio sono tradizionalmente (ovviamente al netto della pandemia) caratterizzati dal solenne corteo che porta per le vie cittadine l'artistica teca contenente un simulacro in cartapesta del capo del martire (CLICCA QUI), un  rito religioso analogo a quanto avveniva nel capoluogo in ottobre (CLICCA QUI).  

 

QUI LA TRADUZIONE DEL TESTO

"Fu sant’Oronzo che ci liberò
dal grande terremoto,
che avvenne il 20 di febbraio,
tremò la città per un pezzo,
e non crollò.
Egli, egli dal cielo la guardò
e nessuno del popolo patì.
È un grande Santo!
Anzi, dei santi importanti fa grazie,
e miracoli a milioni."

 

 

 

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