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“Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé”.

 

 

Sono parole di Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo 2025. “L’imprevedibilità del futuro, tuttavia - osserva il Pontefice -, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La Parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni”.

Le Scritture, dunque, sono a fondamento del cammino giubilare che per ogni cristiano è sempre un cammino di fede che ha la sua origine nell’ascolto della Parola di Dio.

Per questo la Chiesa di Lecce, nel percorso di avvicinamento al 24 dicembre, notte in cui con l’apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro, Papa Francesco aprirà solennemente l’Anno Santo, riparte dalla Bibbia.

Domani sera 5 ottobre, alle 20, presso l'Oratorio Santa Maria del Popolo di Surbo, la biblista Rosalba Manes, terrà un incontro di approfondimento biblico proprio sul motto del Giubileo, "Pellegrini di Speranza".

La prof. Manes è attualmente docente di teologia biblica presso l'Università Gregoriana di Roma ed è una consacrata dell’Ordo Virginum. Dal 2022 anche consultore del Dicastero del clero.

Per meglio organizzare l’evento, che al termine prevede anche un’agape fraterna, l'equipe guidata dall’arcivescovo e dai vicari episcopali di riferimento - e composta da don Andrea Gelardodon Mattia Murradon Salvatore Corvinodon Antonio De Nanni e don Francesco Pesimena - ha predisposto un form per le prenotazioni che sono ancora aperte per tutta la giornata di oggi (PRENOTATI QUI).

“La speranza cristiana - aggiunge il Papa nella Bolla commentando l’espressione della Lettera ai Romani che dà il titolo al docimento di indizione del Giubileo - non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? […] Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8,35.37-39). Ecco perché questa speranza non cede nelle difficoltà: essa si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità, e così permette di andare avanti nella vita. Sant’Agostino scrive in proposito: «In qualunque genere di vita, non si vive senza queste tre propensioni dell’anima: credere, sperare, amare»”.

 

 

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