Si è svolto nella serata di lunedì scorso, presso i locali dell’Oratorio della parrocchia Santa Maria del Popolo in Surbo, il primo dei sei incontri previsti dal calendario che l’Ufficio liturgico diocesano, diretto da don Mattia Murra, ha approntato per venire incontro alle esigenze di formazione degli operatori liturgici.
La presenza numerosa - contro ogni più rosea aspettativa - di accoliti, lettori, ministri straordinari dell’Eucaristia e operatori pastorali più in generale, ha contribuito a realizzare un clima di fraterna condivisione, grazie al quale ciascuno dei presenti ha avuto modo di riflettere sul senso del proprio ministero liturgico in quella prospettiva di «actuosa participatio» (cf SC 50) che dovrebbe, in ultima analisi, coinvolgere ogni fedele battezzato.
Grazie al suo stile sobrio e al tempo stesso profondo di porgere contenuti per certi versi anche complicati, don Mattia ha condotto i partecipanti alla riscoperta del senso vero della liturgia che, come auspicato dai documenti conciliari dovrebbe sempre essere «fonte e culmine della vita della Chiesa» (SC 10).
In questa prospettiva, la sua riflessione ha messo in evidenza quanto sia importante comprendere bene il senso di questi due termini, perché solo a partire dalla compresenza di essi è possibile accostarsi a tutta intera la stupenda ricchezza della liturgia della Chiesa; e, d’altra parte, solo assicurando il loro esatto ordine di precedenza, ci è dato di gustare la verità della celebrazione liturgica.
Se la liturgia fosse soltanto “culmine” della vita della Chiesa vorrebbe dire che essa sarebbe semplicemente il punto di arrivo del nostro cammino, il termine più alto a cui tendere della nostra storia spirituale, il frutto del nostro impegno e delle nostre opere. In verità, la Liturgia è insieme e ancor prima “fonte” della vita della Chiesa, vale a dire grazia, dono che scende dall’alto e che rende possibile il nostro cammino cristiano, la nostra storia spirituale, il nostro impegno e le nostre opere di santità.
Non è difficile capire il perché di queste affermazioni. La liturgia è la ripresentazione nell’oggi del mistero di Cristo e la Chiesa vive di questo mistero. La liturgia è la presenza del Signore nella sua parola e nei sacramenti e la Chiesa vive della presenza del suo Signore. La liturgia è la contemporaneità della salvezza in ogni tempo della storia e la Chiesa vive di questa contemporaneità. Ecco perché la liturgia è tanto importante nella vita della Chiesa e di ogni comunità cristiana, quindi nella vita di ciascuno di noi.
Nella Chiesa tutto parte dalla liturgia e dalla liturgia prende forma, perché nella Chiesa tutto parte dal Signore e dal Signore prende forma.
La riflessione si è poi concentrata sull’analisi dello spazio liturgico, mettendo in evidenza l’importanza dei ‘luoghi’ o ‘poli’ della celebrazione a partire dall’importante significato dell’altare su cui viene celebrato il divino sacrificio.
Esso ha una sua preminenza nello spazio liturgico e una simbologia molto notevole che motiva la venerazione che gli viene tributata. Gesù dà significato al culto antico e vi pone anche termine. Nel nuovo tempio, che è il suo corpo (cf Gv 2,21), non c’è altro altare che Lui (cf Eb 13,10). Infatti, è l’altare che santifica la vittima (cf Mt 23,19); e quando Egli si offre, vittima perfetta, è Lui stesso a santificarsi (cf Gv 17,19), perché è ad un tempo sacerdote ed altare. Comunicare quindi con il Corpo e con il Sangue del Signore significa comunicare con l’altare che è il Signore, significa condividere la sua mensa (cf 1Cor 10, 16-21).
Per questo motivo nella Chiesa la mensa è segno venerabile, la cui funzione richiama la mensa del Cenacolo, dove il Signore Gesù celebrò ritualmente la Pasqua e comandò ai discepoli di ripetere gesti e parole in sua memoria.
Date le premesse, gli incontri di formazione liturgica si preannunciano alquanto interessanti per la nostra vita di fede, prima ancora che per il ministero che, a vario titolo, siamo chiamati a svolgere nelle nostre comunità.
Il prossimo appuntamento, quindi, è fissato per lunedì 25 novembre sempre presso l’Oratorio di Surbo.