Come si costruisce una capacità di dialogo critica e consapevole? Cercando e proclamando la verità, anche quella scomoda, ma sempre usando la carità (Messaggio per la 57ª Giornata delle comunicazioni sociali, del prossimo 21 maggio 2023).
Usando il linguaggio della gentilezza, “ascoltando e parlando con il cuore puro”, possiamo superare apparenze, schemi prestabiliti e disinformazione per interpellare il nostro tempo cogliendone la complessità. Uno stile, una cifra che si acquisiscono lavorando su sé stessi, perché noi “siamo ciò che comunichiamo” come dice san Francesco di Sales; e tutto ciò è ancora più determinante nel tempo di oggi, in cui i social network tendono a mistificare la realtà.
Da dove iniziare, quindi? Quale metodologia utilizzare? Una risposta concreta viene dal Cammino sinodale 2021-2025 che la Chiesa cattolica sta articolando sullo stile della conversazione spirituale, decisamente condivisa e apprezzata sia in ambito locale che nazionale e continentale.
La Chiesa di Lecce prosegue con i suoi incontri vicariali sulla traccia del quarto Cantiere di Betania, scelto come diocesi e relativo alla parrocchia. Laici e clero si incontrano, con la metodologia della conversazione spirituale, per ascoltarsi e confrontarsi sulle esigenze, problematiche e prospettive delle realtà parrocchiali.
“La conversazione spirituale” il cui scopo è quello di creare un’atmosfera di fiducia e di accoglienza, “è esercizio di un ascolto che va in profondità e che si fa perciò stesso discernimento” (Vademecum Cammino Sinodale II Anno, 3). Si parte da una messa in comune di esperienze e visioni, declinando un’antropologia culturale in dialogo con la storia, per far maturare nel tempo una coscienza sempre più critica.
Ma l’ascolto e il confronto autentici possono spaventare chi teme il nuovo e il diverso. Però è da qui che si deve ricominciare, passando da posizioni e convinzioni che possono apparire scomode ma che stimolano una dialettica realistica e costruttiva.
Con calma e pazienza, si imparerà a superare gli inevitabili momenti di conflitto che “non può essere ignorato o dissimulato” e che occorre risolvere e trasformare in un processo di maturazione che renda possibile “sviluppare una comunione nelle differenze”.
“Non significa puntare al sincretismo, né all’assorbimento di uno nell’altro, ma alla risoluzione su di un piano superiore che conserva in sé le preziose potenzialità delle polarità in contrasto” (Evangelii Gaudium, 226-228).
Ecco che stile e metodo diventano contenuto del Cammino sinodale stesso e il nuovo stile della Chiesa del terzo millennio comincia a trovare riscontro anche nella Chiesa di Lecce.
Si sta creando una maggiore consapevolezza della necessità di individuare ciò che accomuna piuttosto di ciò che divide, testimoniando e valorizzando l’identità culturale del territorio da sempre fondante dell’accoglienza nella carità e della bellezza nell’arte barocca.