Chiusa il 26 ottobre scorso la XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi dedicata al tema della sinodalità con un Documento finale che entra nel Magistero della Chiesa (SCARICA), il confronto continua all’Assemblea sinodale che vedrà riunirsi a Roma, a metà novembre, diocesi e gruppi di studio di tutta Italia.
Nella nuova tappa del cammino sinodale nazionale saranno affrontate, nei lavori di dieci commissioni, diverse tematiche, tra le quali alcune questioni rimaste aperte dall’Assemblea generale appena conclusa: ruolo delle donne, natura delle conferenze episcopali e formazione dei futuri sacerdoti.
La dinamica di questo primo ‘Sinodo dal basso’ continua secondo una condivisione e partecipazione che esprimono la ‘conversione relazionale’ alla quale, più volte, anche l’ultimo Documento invita.
Per attraversare questo periodo storico ed entrare in relazione col nuovo che avanza, dovremo coltivare la consapevolezza di una trasformazione epocale in particolare nella cultura giovanile.
Non potremo relazionarci con loro se non ci addentreremo nella loro inedita modalità di conoscenza: il web.
Dal 2 al 27 ottobre la seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi ha lavorato sull’Instrumentum laboris pubblicato lo scorso 9 luglio. L’obiettivo è stato incrociare fase di ascolto e discernimento con recezione e attuazione degli orientamenti che saranno assunti per la vita e il futuro della Chiesa e, quindi delle singole Chiese, già nell’estate prossima.
Già nella relazione di sintesi della prima sezione dell’Assemblea sinodale dell’ottobre 2023, al capitolo 17, si parla di ‘Missionari nell’ambiente digitale’: “dimensione cruciale della testimonianza della Chiesa nella cultura contemporanea”.
Conoscere vuol dire dare forma al nostro modo di percepire e vivere la realtà e la soprannaturalità.
E le ultime generazioni digitali ambiscono ad una spiritualità legata ad aspetti diversi in confronto alla forma evangelizzatrice del passato.
La soprannaturalità, l’ideale e l’ascetico hanno un significato diverso nelle generazioni attuali rispetto alle precedenti.
La nuova nozione di ‘sacro’ e ‘religioso’ sollecitano, sia l’istituzione ecclesiastica sia i comuni fedeli, ad attribuire nuovo senso alle proprie credenze e tradizioni, dando luogo a quella che Sbardellotto definisce una vera e propria ‘mediamorfosi della fede’.
Non si tratta di una ‘conversione tecnica’ del digitale o perlomeno non solo: diventa urgente comprendere le nuove dialettiche di relazione determinate dal web per creare una rete di collaborazione tra cattolici che “possano collaborare su temi condivisi, come quelli che promuovono la dignità della persona umana, la giustizia e la cura della casa comune” (Cfr. Relazione di sintesi 17l-17m).