A farsi voce della comunità diocesana presso il pastore, all’inizio della solenne liturgia di ieri sera in cattedrale per l’avvio della fase diocesana del cammino sinodale, è stato il vicario generale, mons. Luigi Manca. Nel suo indirizzo di saluto ha voluto ribadire l'esperienza di comunione e missione che, più che mai, la Chiesa leccese è chiamata a vivere in questo lungo itinerario di preghiera, ascolto e discernimento che è il tempo del Sinodo. Ecco il testo integrale.
La parola “Sinodo” è uno dei nomi della stessa Chiesa, come ci ricorda San Giovanni Crisostomo. Il 17 ottobre del 2015 in occasione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi, Papa Francesco ebbe a dire: “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa nel terzo millennio”.
Il Concilio Vaticano II è stata un’esperienza di alta sinodalità e per la modalità di svolgimento e per i contenuti teologico-pastorali. Dal 1967 sono stati indetti da Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco Sinodi generali e continentali, il cui obiettivo principale è stato attualizzare il Concilio Vaticano II.
L’8 dicembre 1971 l’allora arcivescovo di Torino, card. Michele Pellegrino pubblicava la famosa lettera pastorale “Camminare insieme”, tanto apprezzata da Paolo VI, della quale la Chiesa torinese nei prossimi mesi si accinge a commemorare il 50°anniversario. Un progetto coraggioso di attuazione del cammino sinodale immediatamente dopo il concilio in una Chiesa particolare.
Dal 1994 al 2000 anche la nostra Chiesa di Lecce ha vissuto la stagione del Sinodo diocesano per attualizzare il Concilio.
Il cammino sinodale che Papa Francesco ha aperto domenica scorsa e che oggi si apre in tutte le diocesi, trova gli elementi ispiratori essenziali nella Evangelii Gaudium, dove è considerato di fatto il respiro, il ‘dna’ della stessa Chiesa, dove il camminare insieme è sincronizzare il passo con gli ultimi.
In questo documento programmatico, Papa Francesco afferma che “Il sensus fidei impedisce di separare rigidamente tra Ecclesia docens ed Ecclesia discens, giacché anche il gregge possiede un proprio “fiuto” per discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa». E concludeva così: «Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare “è più che sentire” (cfr EG 171)».
E ancora nella Evangelii Gaudium che viene indicato il ruolo dei pastori, e dunque anche il suo ruolo, eccellenza, come nostro pastore, in una Chiesa missionaria, in uscita, in cammino:
«Perciò, a volte (il pastore) si porrà davanti per indicare la strada e sostenere la speranza del popolo, altre volte starà semplicemente in mezzo a tutti […] e in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che sono rimasti indietro e - soprattutto - perché il gregge stesso possiede un suo olfatto per individuare nuove strade».
Ecco, in questa domenica di ottobre, siamo convocati dallo Spirito Santo, noi e tutte le altre Chiese particolari, per dare avvio a un’esperienza di una bellezza inaudita e nel contempo di un impegno che non può essere la somma dei singoli contributi individuali, per quanto generosi, ma il frutto di una immensa cordata di affidamento reciproco alla grazia divina.
Con questa solenne celebrazione di apertura del cammino sinodale della nostra diocesi, noi, presbiteri, consacrati e laici affidiamo Lei, vescovo Michele, a Gesù buon pastore, e lei, padre carissimo affidi allo stesso Buon Pastore tutti noi e tutte le persone di buona volontà credenti e non, desiderosi di camminare insieme per costruire insieme un’umanità nuova.
*vicario generale