Mentre la Visita Pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia a Carmiano e a Magliano si avvia a conclusione, Portalecce ha sentito i tre parroci. Si comincia da don Mario Pezzuto, parroco di Maria SS. ma Assunta in Carmiano.
Don Mario, quale realtà sociale e parrocchiale ha trovato l’arcivescovo venendo in visita pastorale a Carmiano nella tua comunità parrocchiale?
Il territorio della nostra parrocchia è ampio e conta circa 5.000 abitanti. Dopo la grande prova del Covid, in parrocchia abbiamo più anziani che giovani e bambini. Proprio per questo l'impegno nella vita parrocchiale si cerca di svilupparlo su diversi versanti, tutti di grande importanza nella costruzione di una comunità parrocchiale che intenda trovare modi nuovi per essere cristiani veri, sale e luce del mondo e per essere realmente impegnati ad annunciare Cristo in un mondo che cambia. Per essere una realtà pastorale non semplicemente di conservazione che cioè difende e protegge ciò che c'è, ma una pastorale di annuncio che sia in grado di raggiungere capillarmente tutto il popolo di Dio.
Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?
Le azioni condotte dalla comunità parrocchiale si sono distinte, da sempre, in un’ottica di inclusione sociale e accoglienza in rapporto ai bisogni e agli stimoli del contesto territoriale, superando intenzionalmente i confini della propria comunità di culto, in una direzione sempre sensibile alla complessità multiforme del territorio. Si sta provando a coniugare sempre più il rapporto tra fede e vita: la dimensione di fede deve sfociare in una vita di solidarietà e attenzione alle persone, trovando delle nuove formule perché nuovi sono i tempi.
Che cosa vi attendete dopo la Visita Pastorale e quali sono gli obbiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?
I mutamenti della realtà sociale che viviamo e le provocazioni di Papa Francesco interrogano la parrocchia e il suo rapporto con la società e la stimolano a rinnovare la propria pastorale principalmente nel rilanciare nella nostra comunità l’impegno ed il servizio necessario degli organismi di partecipazione ecclesiale perché la sfida è cogliere il contesto storico in cui si vive e che muta, sapendo raccogliere le priorità e lì “giocarsi” pienamente con le migliori energie presenti nella comunità.