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Prende il via oggi e si concluderà domenica 28 gennaio la Visita Pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia alla comunità parrocchiale Maria SS.ma del Buon Consiglio in Villa Convento. Nell’intervista che segue, il parroco, don Francesco De Matteis, presenta la sua comunità ai lettori di Portalecce.

 

 

 

 

Don Francesco, uale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in visita pastorale a Villa Convento nella tua comunità parrocchiale?

 

Sento di dire innanzitutto che la Visita Pastorale del nostro arcivescovo è un evento di grazia e di benedizione. Un'opportunità molto bella per essere Chiesa in cammino. È, al contempo, uno stimolo (ma pure una provocazione) a lasciarci interrogare dalla mitezza e dall'umanità bella del nostro padre e pastore. La comunità che incontrerà è variegata, eclettica, variopinta se la volessimo tratteggiare con un affresco. Quello di Villa Convento è un popolo di Dio frizzante, vivo, "sul pezzo", anche se non mancano spazi di fatica, di chiusura, di arroccamento sulle proprie convinzioni o idee nella tentazione del "battitore libero" o "del fuoriclasse/solista". Atteggiamenti che, nostro malgrado, se reiterati nel tempo, tenderebbero a minare o compromettere quello spirito di comunione e collaborazione pastorale a cui tendiamo.

 

 

Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?

 

Per quanto concerne il settore della liturgia la nostra comunità propone celebrazioni, momenti di preghiera e di adorazione eucaristica, incontri dedicati alla Lectio Divina, tutte attività molto sentite e partecipate e che si svolgono in chiesa, nelle sale del nostro oratorio ma anche nelle abitazioni dei fratelli infermi che, periodicamente, incontriamo portando loro la bellezza dell’annuncio. Per quanto riguarda la catechesi il punto di forza è concentrato nella proposta della Iniziazione Cristiana rivolta ai ragazzi e ai genitori. Anche la componente dei giovanissimi che animano e sostengono con entusiasmo i passi della nostra comunità costituiscono un valore su cui puntare perché cresca il numero di quanti aderiscono alle nostre proposte formative e aggregative. Un punto di fragilità invece lo riscontriamo nella generazione dei preadolescenti in cui una certa incostanza fa da metronomo al loro cammino. La bellezza di essere una comunità piccola ci permette però di raggiungere una sintonia tra i gruppi che reputo essere molto edificante. Nella carità il punto di forza è il servizio disinteressato e costante a fronte di bisogni ed esigenze sempre più frequenti. Ci vantiamo di un emporio della parrocchia nato da poco ma che sta diventando un punto di riferimento non solo per i residenti a Villa Convento.

 

 

Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale e quali sono gli obbiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?

 

La nostra comunità è particolarmente felice e gioiosa nell'accogliere la visita del nostro arcivescovo. Tanto più che la sua venuta è coincidente con le festività patronali che celebriamo in onore e a devozione di Sant’Antonio Abate. L'attesa più bella è condividere con lui, nella semplicità e familiarità che contraddistingue il nostro rapporto con il pastore della diocesi, quanto di buono e meno buono abbiamo da offrire. Luci e ombre - più luci, s’intende, che ombre - tipiche di ogni famiglia. Crediamo che l'obiettivo della visita pastorale a brevissima scadenza sia un rinnovato senso di appartenenza, di collaborazione e slancio in modo da essere sempre più una comunità aperta al dialogo e che sappia coinvolgere i cosiddetti "lontani".

 

 

 

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