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Si è conclusa nella giornata di ieri la Visita Pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia nella città di Squinzano, e l’ultima tappa dell’esperienza di incontro con il vescovo è stata vissuta dalla parrocchia intitolata alla Madonna di Fatima.

 

 

Due giorni di incontro con il pastore della Chiesa di Lecce sono stati più che sufficienti per la comunità ospitante, a risolvere i tanti dubbi che, per via delle vicissitudini pregresse, angosciavano il quartiere di appartenenza.

L’arrivo dell’arcivescovo è stato vissuto come un momento di festa e di gioia; la visita agli ammalati e alle attività produttive, gli incontri personali e le celebrazioni eucaristiche da lui presiedute, hanno portato una ventata di gioia e di speranza nei volti di coloro che hanno goduto dell’incontro con il presule. Non di meno nel volto dell’amministratore parrocchiale don Alessandro D’Elia, che da qualche mese è incaricato ad essere guida spirituale per i fedeli della parrocchia, chiamato alla missione ardua di ricostruire una comunità desiderosa di vivere in modo proficuo gli ambienti parrocchiali e di nutrirsi della Parola di Dio. Ancora, la piantumazione dell’ulivo è stato un momento condiviso con il vescovo, perché è il simbolo della rinascita, della forza e della pace, in un’epoca in cui tutti abbiamo bisogno di riscoprirci uomini.

Nella giornata conclusiva, l’arcivescovo ha restituito alla comunità, l’esortazione che Gesù fa ai suoi discepoli: “io sono la vite e il Padre mio è l’agricoltore: ogni tralcio che non porta frutto lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto lo pota. Nessun tralcio può portare frutto se non rimane nella vite”. Seccia ha esortato perché nessuno dimentichi che Cristo è venuto per noi come missione, e in noi quando facciamo la comunione. Nella celebrazione eucaristica, la comunità prende forma nelle relazioni dei cristiani, tra loro e con Dio. La Chiesa, seppur piccola, modesta e parrocchia di periferia, ricorda il vescovo, è “la casa del Signore, il cenacolo dei cristiani” e non esiste distinzione alcuna con le altre realtà presenti sul territorio. Da qui, l’augurio di continuare a vivere con la stessa fede e l’entusiasmo che sono il motore di una vita parrocchiale attiva e vantaggiosa.

Don Alessandro D’Elia ha ringraziato commosso Padre Michele, non solo per la presenza ma per le parole di incoraggiamento e di conferma che questa comunità avrà un futuro. Ora spetta ai fedeli partire, correre e non esistono più scuse che fermino questa volontà collettiva. “Bisogna lavorare perché questa periferia diventi il cuore e il centro della comunità”, e ricorda ai suoi parrocchiani che “la Chiesa pur non essendo ricca d’arte, è la cattedrale più bella, perché è la presenza delle persone a rendere bella e accogliente la parrocchia”.

 

Photogallery di Paolo Andriani

 

 

 

 

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