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L’arcivescovo Michele Seccia ha concluso la Visita Pastorale a Campi Salentina. Un cammino ricco di incontri, durati due fine-settimana, è iniziato nella parrocchia matrice Santa Maria delle Grazie e si è concluso nella comunità della parrocchia San Francesco d’Assisi.

 

 

Desiderio di mons. Seccia era incontrare i sacerdoti, i religiosi, i diaconi e i tanti laici che operano sia all’interno dei vari gruppi parrocchiali e le associazioni, ma anche chi opera in forma di volontariato non organizzato.

Il pensiero che ha più volte espresso, durante gli incontri della visita pastorale, è stato quello di spronare le due comunità parrocchiali a darsi una mano e collaborare per il bene comune in un cammino sinodale condiviso.

Venerdì 10 maggio il vescovo è stato accolto nella comunità parrocchiale retta dai Frati Cappuccini e il primo tra i tanti appuntamenti è stato quello di visitare alcune attività commerciali e produttive come Tecno Wood e il centro estetico Greco Beauty.

Successivamente ci si è recati al Dipartimento di salute mentale di Campi Salentina dove ha incontrato gli ospiti e ammirando con gioia i tanti lavori manuali, di pittura, di falegnameria e tutte le attività svolte dal centro diurno. Ad accoglierlo c’erano il direttore del distretto sanitario di Campi Salentina, Roberto Pulli, la responsabile del dipartimento Paola Calò, l’operatore Pancrazio Nobile ed il resto del personale sanitario. Mons. Seccia è rimasto colpito dal lavoro svolto nel centro, dal clima familiare e attento verso gli ospiti ed ha invitato i responsabili a continuare su questa linea: “Coltivare questi progetti ci risvegliano e ci fanno ritrovare una speranza – ha ripetuto- chi vede questi lavori e l’entusiasmo che ne traspare, non può restare indifferente. Ne resta contagiato. Visitare queste realtà stimola tutti ad andare avanti, non solo gli ospiti del centro.”

Nel complimentarsi con gli operatori ed i responsabili, si è commosso davanti alla bellezza di un quadro ricevuto in dono raffigurante il volto di Cristo ed ha ricordato che: “Dio è uno, vero, buono e bello. La bellezza di quei volti è la sintesi della verità e della bontà di Dio”.

Ci si è poi trasferiti presso la scuola primaria “A. Gramsci”. Ad accogliere l’arcivescovo, il parroco Padre Piero Errico e Padre Francesco Monticchio e una folla di bambini gioiosi ed elettrizzati all’idea di incontrare il loro pastore.

Le grida di gioia dei bimbi si sono unite ad un canto sulla pace che hanno intonato coordinati dal dirigente scolastico Anna Maria Monti e dalle loro insegnanti. È stato un turbinio di risate e mani che sostenevano gli striscioni di benvenuto a far da cornice alle domante rivolte all’arcivescovo che ha risposto ricordando ai bimbi che tutti siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio che è il papà di tutta la Chiesa di cui siamo parte in virtù del Battesimo.  Infine, prima di andar via, ha ringraziato il parroco e il dirigente scolastico per i doni ricevuti, le lettere dei bimbi e per quello che, secondo lui, è uno dei momenti più belli di ogni Visita Pastorale.

La mattinata è terminata con la visita al Cimitero per la preghiera ai defunti accompagnato dai due parroci e dal sindaco Alfredo Fina. Ha parlato della speranza cristiana, della comunione tra noi e i nostri cari che già dormono il sonno della pace eterna, esortando a pregare con loro e per loro.

Il pomeriggio di venerdì si è aperto con l’incontro degli Araldini, dei giovani Gi.Fra e delle rispettive famiglie come espressione del cammino francescano.

Le domande fatte al vescovo sono state tante e lui ha risposto a tutte raccontando la sua storia, parlando di aneddoti della sua infanzia, narrando dei momenti salienti della sua vocazione intrisa della spiritualità francescana. “Il mio legame con la figura di San Francesco - ha detto -  ha radici profonde nella mia infanzia per due motivi: uno perché la mia mamma è stata una terziaria francescana e due perché a Barletta, il mio paese di origine, c'è un convento di Frati Cappuccini che io frequentavo spesso da bambino. Per questo il Poverello di Assisi è la figura di santo che amo di più insieme a San Giovanni Bosco.”

Rivolgendosi ai giovani della Gi.Fra, li ha invitati a riflettere sulle scelte di vita che faranno affinché siano libere da condizionamenti. Chiedere consiglio e sostegno agli adulti, ma senza lasciarsi influenzare o senza rinunciare ai propri sogni. Realizzare i propri sogni costa fatica e tanto lavoro, ma per farlo bisogna vivere la realtà. Li ha spronati a sognare un futuro vivendo pienamente e consapevolmente l’attimo presente dove ogni evento che accade non è una coincidenza, ma il segno della mano di Dio. Perciò bisogna essere felici e gioiosi della vita che si sceglie. “Ognuno di noi - ha continuato - deve essere felice. Per questo ho scelto come mio motto quando sono diventato vescovo, “Collaboratore della vostra gioia”. Mentre mi preparavo alla nomina di vescovo, mi ritornò in mente un’espressione di San Paolo che, calata nella mia vita, mi spronava all’incontro e al dialogo in quanto tutti rinati dall'acqua e dallo Spirito Santo. Questo è un incontro costruttivo che ti porta a conoscere le persone”.

Ai genitori presenti ha parlato della sacralità del matrimonio dicendo che il matrimonio è fondamentale perché rappresenta la Trinità, tre diversità che fanno comunione collegate da un’unica radice. La bellezza del matrimonio è che siamo diversi, ma è una diversità che si ricompone formando una sola famiglia.

La giornata si è conclusa dopo la celebrazione eucaristica con un incontro di confronto e dialogo con l’assemblea comunitaria ed un momento di festa.  

La mattinata del sabato è stata dedicata interamente agli ammalati con visite alle famiglie e all’Rsa San Raffaele dove l’arcivescovo è stato ricevuto dai responsabili e dagli operatori sanitari che lo hanno ringraziato per l’attenzione che da sempre dedica alle persone anziane. Qui mons. Seccia, rivolgendo un cordiale saluto ed una preghiera, ha incoraggiato i presenti ad essere comunicatori della fede nelle famiglie, per testimoniare come le sofferenze educano ai valori morali e spirituali. Ha spronato tutti a continuare con le attività sociali, culturali e ricreative, quali segni di sapienza cristiana per tutti gli ospiti del centro.

Il pomeriggio del sabato è iniziato con l’incontro del pastore con il gruppo dei catechisti e dei ragazzi del catechismo prima di terminare la giornata con la messa con il rito della Confermazione.

Il momento di incontro con i bambini del catechismo è stata una vera festa con canti, divertimento e tanta gioia. I bimbi hanno chiesto all’arcivescovo di parlare della sua vocazione, della sua vita, dei suoi gusti e hobby personali. Il pastore ha risposto a tutti con la sua solita disponibilità e giovialità facendosi piccolo con i piccoli e rendendo quel momento di scambio, un incontro intriso di familiarità e amore fraterno in stile con la semplicità e la spiritualità francescana.

La mattinata di domenica ha segnato la fine di una settimana intensa e ricca con due momenti importanti: la solenne celebrazione eucaristica durante la quale mons. Seccia ha salutato la comunità parrocchiale di San Francesco e la piantumazione di un albero di ulivo nei pressi del municipio, dono dell’arcivescovo alla città di Campi Salentina, alla presenza dei due parroci, del sindaco, dell’amministrazione comunale e dei cittadini.

Infine, Padre Piero Errico, dopo aver salutato e ringraziato per queste giornate di grazia mons. Seccia, ha espresso la sua riflessione sulla Visita Pastorale dicendo di essere contento che il vescovo abbia trovato una parrocchia in cui si respira la spiritualità francescana. Questo era il suo desiderio e le sue aspettative sono state non solo soddisfatte, ma anche superate come succede sempre quando ci si affida al Signore. Far risplendere il carisma francescano è la cosa più importante per i frati. Tirando le somme ci si rende conto che c’è ancora tanto da lavorare per coinvolgere sempre più la comunità parrocchiale, ma si ritiene soddisfatto della partecipazione di questi giorni e dell’incoraggiamento e sostegno che mons. Seccia, come padre e pastore, gli ha dimostrato.

 

 

 

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