Prende il via oggi la Visita Pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia alla famiglia parrocchiale di San Giovanni M. Vianney in Lecce. Con il parroco, mons. Piero Quarta, entriamo nel cuore della vita comunitaria.
Don Piero, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in Visita Pastorale nella tua comunità?
La nostra parrocchia di San Giovanni Maria Vianney supera attualmente i 5mila abitanti, perché in questi ultimi anni, con la demolizione di grandi ville di privati e la costruzione di nuove palazzine condominiali, sta favorendo l’arrivo di famiglie giovani che, lavorando in città, acquistano casa sul nostro territorio e stanno rigenerando il tessuto demografico. Infatti, la comunità parrocchiale nel 2017 ha celebrato 50 anni dalla sua erezione, e la maggior parte della popolazione è avanzata negli anni, anche perché i figli delle allora famiglie giovani, avendo avuto la possibilità di studiare fuori città, trovando poi anche lavoro e formando altrove famiglia, non sono più ritornati a Lecce. Ora assistiamo all’arrivo di nuove famiglie giovani, alcune delle quali anche con bambini. La maggior parte delle famiglie del territorio sono abbienti e hanno abitazioni di proprietà, comunque il nucleo originario delle abitazioni, sito in “Settelacquare”, - così era denominata questa ex zona di periferia negli anni Sessanta, divenuta ora un quartiere residenziale della nuova Lecce - resta di carattere popolare, anche se molte di queste famiglie sono attualmente divenute proprietarie. Il territorio dispone di tutti i servizi pubblici e privati di cui ha bisogno una comunità. La comunità parrocchiale è nata insieme con l’insediamento delle prime case e famiglie sul territorio. Pertanto, ha avuto fin dall’inizio un ruolo di fondamentale importanza riguardo al senso di appartenenza, allo spirito di aggregazione e di collaborazione con le istituzioni. Prova ne è la sistemazione e la funzionalità di Piazza Partigiani. La partecipazione alla messa e alle attività parrocchiali è buona, possiamo valutarla al 12/13%, anche perché si cerca di curare l’accoglienza, l’ascolto e il coinvolgimento di singoli e famiglie, che favoriscono un clima di relazioni amichevoli e fraterne.
Quali sono i punti forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?
La vita pastorale parrocchiale, alla luce dell’esperienza della pandemia e su indicazioni del magistero della Chiesa, ha avuto una radicale e permanente conversione in una scelta condivisa con gli operatori, che si porta avanti con gioia anche nelle difficoltà e che possiamo indicare nei punti seguenti: la proposta della lettura continua comunitaria della Parola di Dio, quale nutrimento per la vita spirituale personale e per sviluppare una spiritualità della Sinodalità; la formazione, la cura e l’animazione delle azioni liturgiche; la catechesi proposta con modalità e luoghi che superino il modello scolastico: in parrocchia preferiamo parlare di itinerario di vita cristiana dei genitori con i figli ; la necessità di un’alleanza con le famiglie, di cui ci pendiamo cura periodicamente attraverso un itinerario di formazione e approfondimento di tematiche relative al compito educativo genitoriale e al fondamentale profilo testimoniale in ambito familiare. La parrocchia si propone ed è vissuta dai giovani come la loro casa, dove si incontrano, si formano, si mettono a servizio della vita della famiglia parrocchiale. Il cammino della comunità è sinergico tra ministri ordinati e fedeli laici, in particolare con gli operatori e i giovani, tutti impegnati in un atteggiamento di studio, ricerca e aggiornamento di contenuto e metodo per individuare il meglio da proporre e condividere come cammino comunitario. Pertanto, esiste uno stile di reciproco rispetto, dialogo aperto, scelte condivise. È questa la modalità del nostro essere un consiglio pastorale parrocchiale di fatto e in azione. Ma come venire incontro all’aumento prevedibile e drammatico delle povertà materiali e della solitudine umana e spirituale? In tal senso la comunità opera da sempre attraverso la Caritas parrocchiale, il Centro ascolto e il progetto “Camminiamo insieme”. Il Centro ascolto e la Caritas parrocchiale svolgono sistematicamente un intenso lavoro di accoglienza, consiglio e aiuto in viveri e vestiario. E proprio all’intero del Centro ascolto che è nato il progetto “Camminiamo Insieme” per vincere la solitudine delle persone non solo anziane e sentirsi parte viva di una comunità.
Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale? Quali gli obiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?
Come una ulteriore tappa del cammino comunitario condiviso all’interno della comunità parrocchiale e partecipato al suo pastore per una radicale verifica e per accogliere eventuali proposte e orientamenti. Insomma, uno stare insieme con il nostro pastore per camminare insieme.