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Esperienza missionaria in Madagascar di mons. Michele Seccia, arcivescovo di Lecce, tra coinvolgenti emozioni ecclesiali, impegno sociale, orizzonti aperti al mondo sullo sfondo di una natura inedita.

il pallio seccia consegna

La scoperta di luoghi di indicibile bellezza, la “conoscenza della realtà ecclesiale” e la comprensione dell’urgenza di un’evangelizzazione “inseparabile dalla promozione umana” hanno caratterizzato il “respiro missionario” in Madagascar di mons. Michele Seccia, arcivescovo di Lecce.

Un’esperienza di intensa spiritualità, nata dall’iniziativa di don Fernando Doria, parroco di San Vincenzo de’ Paoli in Lecce che nell’isola ha acquisito un terreno per realizzare un centro di accoglienza e formazione di giovani malgasci.

Partenza il 30 luglio ore 12 per Brindisi, quindi Roma, poi scalo ad Addis Abeba ed infine arrivo alle 16,30 del giorno successivo a Nosy Be, della diocesi di Ambasa, nel nord del Paese.

Nel raggiungere la destinazione, il territorio, diviso in sobborghi, “nonostante venga considerato meta turistica degli europei, manifesta anche a prima vista notevoli condizioni di povertà”.

Il sobborgo di Cocotier ospita la comunità delle Discepole del Sacro Cuore, fondate da Madre Santina De Pascalis, di Acaia (Lecce), impegnate in opere di cura, assistenza anziani e scolarizzazione.

Ospita il gruppo il Lycée Sacré Coeur, scuola dalla materna alle superiori, che comprende, oltre alle aule, le abitazioni delle suore e una casa di accoglienza per bambini orfani o poveri, in ampi spazi con grandi alberi, a pochi metri dal mare, che però corrode le strutture.

Le giornate trascorrono immerse nella frenetica attività del grande complesso, scandite dalle celebrazioni delle Sante Messe e da quelle di eventi, importanti per la comunità, alla presenza di Mons. Rosario Vella, vescovo di Ambasa, che giunge il 2 agosto.

Venerdì 3 si svolge la cerimonia di conclusione dell’anno scolastico; Mons. Vella presenta gli ospiti ai singoli alunni, segue un rito di due ore e mezza durante il quale “il livello di attenzione e partecipazione si mantiene alto, grazie anche al variegato coinvolgimento attivo, dal canto alla liturgia della Parole, alla preghiera dei fedeli, alla processione offertoriale, alle diverse raccolte di offerte.”

Il vescovo invita Mons. Seccia a benedire gli alunni, poi rivolge un messaggio alle classi, impone le mani e dona agli studenti la medaglia dell’Immacolata, esortandoli “ad essere sempre impegnati nello studio per prepararsi agli impegni della vita.”

Le emozioni si rinnovano, sabato 4, con il matrimonio di Jimmy e Ida, concelebrato da sei sacerdoti e, domenica 5, con la celebrazione della Cresima per 120 cresimandi, quasi tutti giovani di 16-18 anni, “in un clima festoso di gioia e di canti.”

Lunedì 6, la professione di due discepole è un momento per riflettere sul significato dei voti religiosi, “segno del dono ricevuto e della libertà di donare la propria vita come risposta alla forte presenza dell’amore di Dio che chiama.”

Completano l’esperienza del soggiorno malgascio incontri, colloqui, la condivisione delle nozze d’oro di una coppia milanese, gioiosi momenti conviviali, ilari imprevisti, la ricerca di souvenir nel mercatino, la contemplazione della natura che canta la gloria di Dio: l’oceano, le maree, le tartarughe, i pitoni di Nosy Kombo.

L’uomo è presente con immagini di disagio sociale e momenti di folklore come la battaglia dei galli tra urla e scommesse.

Una messa di ringraziamento precede, il giorno 7, la partenza con il cuore colmo di riconoscenza, di carità, di amore e solidarietà “radicate nella fede” e la certezza che “si dilatano gli spazi per una Chiesa in uscita quando si comincia e si dà l’idea di uscire da se stessi.”

 

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