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Il tema del silenzio, requisito importante per ascoltare la Parola o apparente assenza del Signore in certi momenti della vita, è stato sottolineato con incisività da mons.Michele Seccia nella sua Lettera Pastorale, facendo riferimento al ruolo della Scrittura che “ci educa a saper ascoltare la voce del silenzio come “luogo privilegiato dell’incontro salvifico con il  Signore” (n. 43).

Il valore del silenzio è già frequentemente presente nella riflessione umana sul proprio io; addirittura persino nel panorama canoro è stato proposto tante volte: "La voce del silenzio" è, ad esempio, uno dei testi importanti della tradizione musicale delle canzoni.

Anzi, il silenzio, considerato non come manifestazione, di tristezza, arido mutismo, distruzione delle relazioni interpersonali, persona introversa ostacolo alla comunione, può essere preziosa espressione di riflessione e raccoglimento. Addirittura, come sosteneva il filosofo tedesco Martin Heidegger, «la parola autentica può scaturire solo dal silenzio».

A sua volta, l’arcivescovo, trattando poi il tema all’interno di un percorso interiore di spiritualità, precisa che “L’ascolto del silenzio divino è un atto d’amore gratuito, nel quale, abbassato il volume delle parole, si giunge al vertice della contemplazione” (n. 43).

Certo, a volte ci sono momenti in cui proprio il Dio che parla, si comunica e si rivela, sembra tacere. Magari, proprio quando sembrano più necessari la sua presenza, la sua azione salvifica, il suo portentoso intervento per proteggere innocenti, fedeli discepoli perseguitati… Come se le sorti delle persone non interessassero Dio, anzi, fossero totalmente nelle mani del Male… È il “silenzio di Dio”: prova molto impegnativa, vissuta, ad esempio, da Giobbe, S. Giovanni della Croce, Madre Teresa di Calcutta… “In realtà, quel tacere sfocia in una reazione simile al travaglio di una partoriente che s'affanna, sbuffa, urla", spiegava Giovanni Paolo II, che, facendo riferimento al profeta Isaia, ricordava che “chi nonostante tutto con fiducia crede che Dio è vicino e opera, potrà sopravvivere al tempo di prova e con gioia ringrazierà Dio per il suo costante amore che libera da ogni male".

Il cristiano, quindi, nelle diverse forme di comunicazione della parola e del silenzio, ha la certezza che il Signore accompagna tutti e ciascuno nella formazione di una nuova umanità, per cui, in cammino verso i cieli nuovi e la terra nuova. si affida al suo progetto di piena gioia.

L’appuntamento ora è per martedì 26 marzo alle 17 nell’Aula magna dell’ateneo salentino per la terza tappa dell’Assemblea diocesana, dopo le assemblee vicariali, che avvierà il lavoro pastorale secondo le indicazione del documento magisteriale di mons. Seccia.

 

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