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Un messaggio emotivamente molto forte e ricco di spunti di riflessione quello che ieri sera, al rientro della processione con i simulacri dei santi patroni, Oronzo Giusto e Fortunato, l’arcivescovo Michele Seccia.

 

 

Almeno sei i punti trattati nel Messaggio (LEGGI IL TESTO INTEGRALE) dall’arcivescovo che ha avuto la speranza come chiave di lettura del nostro tempo a pochi mesi dall’apertura dal Giubileo del 2025 che ha per tema “Pellegrini di speranza”.

FEDE E DEVOZIONE

“Il devoto rito - ha sottolineato Seccia - non è una sterile pratica propiziatoria; né, tanto meno, una passeggiata nel cuore di una città che spesso avverto assente e lontana dalle “cose di Dio”; e ancor meno rappresenta una passerella per preti e politici, impreziosita dal luccichìo e dalla fama di questi tre artistici simulacri che passano in mezzo a due ali di folla incuriosita. No, fratelli e sorelle, amati dal Signore! Chi ci crede davvero, stasera ha compiuto un autentico atto di fede”.

MARTIRI DI OGGI

Facendo memoria del dono cruento della vita per la fede da parte dei tre patroni di Lecce, un passaggio importante l’arcivescovo l’ha dedicato ai “nuovi martiri”: “Penso alle persone che vivono da mesi o da anni con la paura di morire sotto le bombe e che fuggono dalla loro terra perché hanno perso la casa, il lavoro, gli affetti. Sono i martiri di oggi. Sono i nuovi martiri. Essi sono per tutti noi i veri maestri della speranza perché vivono proiettati al domani con il grande desiderio della vita e della pace. Oronzo, Giusto e Fortunato, martiri per la fede, oggi ci dicono che la verità in cui è racchiusa la speranza non sono le armi ma la non violenza, non è l’odio ma l’amore: è l’amore l’unica verità che dà vita, forza e consistenza alla convivenza umana.

L’APPELLO ALLA POLITICA

Come di consueto, poi, Seccia ha dedicato una parte cospicua del Messaggio all’appello agli amministratori ad esse “artigiani del bene comune”: Care autorità, cari amici amministratori, cari “artigiani” del bene comune, il nostro Patrono questa sera torna a ricordarci che chi ama Dio, ama la città. Cari amici che avete ricevuto la fiducia e il consenso del popolo di Lecce, Sant’Oronzo anche oggi vi chiede, oserei dire, vi ordina di amare la nostra città.

IL VADEMECUM

“Come si fa - si è chiesto l’arcivescovo -? Iniziate dai poveri, dai senza tetto, da chi brancola nel buio della disperazione, da chi ormai non ha più voce e non ha più coraggio ma che continua ad avere un grande desiderio di vita; una grande voglia soprattutto di liberazione dall’angoscia della disoccupazione. Iniziate da loro, uomini e donne della politica. Iniziate da loro per costruire nella città degli uomini la tenda della speranza: alzate bene le antenne del vostro servizio e intercettate tutte quelle opportunità promosse - specie dall’Unione Europea - che possano creare opportunità di lavoro e di benessere e garantire occasioni di rinascita per tanti nostri concittadini”.

I GIOVANI: PENSIERO FISSO

“Leggevo giorni fa - ha confidato l’arcivescovo - l’analisi di una brava psicologa riguardo all’aumento notevole dei casi di violenza tra gli adolescenti. Purtroppo, questi comportamenti ottengono sui media una notevole visibilità. Spesso, infatti, sono gli stessi giovani a filmare e postare aggressioni nei confronti di soggetti più fragili: per alcuni di loro, purtroppo, la violenza diventa un antidoto alla noia. Un grosso peso in queste situazioni di malessere tra i giovani ce l’ha, purtroppo, il consumo di droghe e di alcool, anch’esso in crescita. Per non citare alcune serie tv e alcune canzoni nelle quali prevale una strana narrazione che tende a “normalizzare” la violenza e l’abuso di sostanze stupefacenti. Sono esperienze che confondono i ragazzi, specialmente quelli privi di punti di riferimento e che al contempo svuotano di valore e di senso la vita umana”.

MISSIONE EDUCATIVA

“Come tutti voi genitori – ha sottolineato Seccia rivolgendosi ai papà e alle mamme ma anche agli educatori in senso lato -, anch’io sono molto preoccupato: ascoltiamo di più i nostri figli, dedichiamo loro più tempo. Col nostro esempio di cittadini responsabili, trasmettiamo loro il valore dell’impegno e la forza fruttuosa del sacrificio. Insegniamo loro che ogni traguardo, a partire dai buoni risultati scolastici, si può raggiungere solo con la passione, la rinuncia alla bella vita e il compimento dei nostri doveri quotidiani. Cari genitori, il vescovo è al vostro fianco in questa difficile missione educativa”.

 

Racconto per immagini di Arturo e Gianmaria Caprioli

 

 

 

 

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