‘Maria e la Chiesa: una sola madre’. Questo titolo di un libro di PadreMagrassi, sintetizza lo spirito della lettera che, nella solennità dell'Ascensione e in linea con il progetto pastorale diocesano 2019-2020, l'arcivescovo Michele Seccia ha voluto inviare alle famiglie e al clero della Chiesa di Lecce (LEGGI QUI ).
Due "corpi" differenti capaci di generare vita; due grembi singolari in grado di aprirsi al grande dono dello Spirito per recare al mondo il Salvatore.
Con tono paterno e giovanile esordisce Seccia nel suo scritto: "il mio pensiero è per voi, carissime famiglie, genitori, figlie e figli, per voi presbiteri e diaconi. Certo, siamo battezzati, eppure possiamo considerare la nostra casa o chiesa domestica come il cenacolo dell’attesa, dell’incontro, dell’Amore reciproco dove il Signore Gesù continua a mandare dal Padre lo Spirito Santo, il Consolatore, lo Spirito di Verità, che ci guida nella conoscenza delle verità di fede e nella partecipazione al grande ineffabile mistero della Mensa eucaristica!".
Subito diretto nel suo intento, il presule leccese chiarisce l'importanza del dono che nella Pentecoste la Chiesa riceverà in abbondanza e che permetterà ad essa, come da duemila anni ad oggi, di rendere vivo ed attuale il messaggio evangelico, portando e presentando Cristo all'uomo di ogni tempo.
Nasce da questo dato la capacità di attesa che tanto le piccole chiese domeniche (le famiglie), quanto il cenacolo sacramentale (il presbiterio) sono chiamati a riscoprire, sperimentando nell'amore divino il tocco dello Spirito che guida e accompagna alla scoperta della Verità.
Per questo è prioritario entrare nella dinamica della richiesta orante: si invoca ciò che si desidera, si invoca ciò che è motivo esistenziale, si invoca qualcosa che è il segreto della vita cristiana.
Ecco che da fine e nostalgico pedagogo il Vescovo Seccia indica la strada: "dopo aver chiesto di recitare il santo rosario in famiglia, durante questo mese di maggio, vorrei suggerire e raccomandare a tutti di iniziare o terminare la preghiera mariana con l’antico inno allo Spirito Santo, una preghiera antica che mi è molto cara per averla recitata ogni giorno quando ho esercitato il ministero pastorale in parrocchia".
Si dice spesso che il mondo ha bisogno di testimoni: questo piccolo scritto, dono del pastore alla sua Chiesa, rappresenta il nutrimento di una comunità in cammino, pronta a lasciarsi provocare dai segni dei tempi e desiderosa di rendere ragione della speranza che la abita. (cfr. 1 Pt 3,15)