Siamo discesi dal Tabor. Non è stato un semplice ricordare ciò che videro con i loro occhi Pietro, Giacomo e Giovanni.
È stato memoriale che nell'oggi raggiunge la nostra esistenza per darci la possibilità di realizzare il mistero dell'incarnazione che a Nazareth ha trovato casa nel grembo di Maria e che - come ha ricordato il vescovo Michele nelle sue riflessioni - oggi vuole trovare una dimora nel cuore e nella carne redenta di ciascuno di noi e della Chiesa tutta.
Tabor, Nazareth. Il battesimo, l'eucarestia. Un unico grande mistero, un unico grande dono di salvezza, un'unica grande chiamata alla vita buona del Vangelo. Una vita buona, segno sacramentale delle nozze di Dio con l'umanità che trova nel miracolo di Cana la sua anticipazione.
Siamo quasi pronti per salire a Gerusalemme. A domani.