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Ci siamo lasciati ieri con il segno di Cana che anticipa lo sposalizio tra Dio e l'umanità. È l' umanità nuova che si arricchisce di nuovi figli nel segno sacramentale del battesimo.

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E sulle rive del Giordano, con il rinnovo delle promesse battesimali e aspersi con l'acqua del santo fiume, abbiamo rinnovato con grande emozione ed entusiasmo il nostro impegno a vivere da figli di Dio nella comunione piena con il suo Figlio e confortati e fortificati dal dono di quello stesso Spirito Santo. Quello Spirito che dà vita alla Parola.

Nella visita a Qumran, con l'aiuto di un video, abbiamo incontrato l'antica comunità degli Esseni che lì si preparava alla venuta del Messia e abbiamo guardato alle fonti scritte della Parola di Dio, i Rotoli che lì sono stati ritrovati e che dalla località prendono il nome.

E come Dio si è servito di uomini per scrivere la sua Parola, così noi, fedeli alla stessa Parola, abbiamo il compito di scriverla per i nostri fratelli. Una fedeltà che con l'aiuto dello Spirito, ci fa dire ancora sì nonostante le "tentazioni" alle quali anche siamo sempre soggetti.

A Gerico abbiamo guardato al monte delle tentazioni ma abbiamo anche guardato al sicomoro, là dove la nostra miseria, come quella di Zaccheo, ha incontrato la misericordia che sola genera la conversione e la vita nuova che si fa carità.

Giunti a Betlemme è stato bello incontrare, come prima tappa, non un luogo ma una esperienza. Quella delle Suore Dorotee di Brescia, che, in obbedienza a una richiesta di San Paolo VI, dal 1967 vivono la propria esperienza di vangelo al servizio dei bambini audiolesi poveri della Palestina. Oggi accolgono 180 ragazzi, da 0 anni fino al completamento del percorso scolastico. E di questi 180 solo due sono cristiani.

La Terra Santa non è solo archeologia è invito a vivere concretamente il vangelo della carità.

 

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