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L’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano “Don Tonino Bello” di Lecce, diretto da don Antonio Bergamo, propone un interessante seminario dal titolo “Fisionomie evangeliche. Rappresentazione di cristiani” a cura del professore don Antonio Scattolini, delegato vescovile per la pastorale dell’arte nella diocesi di Verona.

 

 

 

Scattolini è docente in diverse facoltà italiane, consulente ecclesiastico del Ctg, collaboratore nell’Unità pastorale di Villafranca, nonché docente di Arte ed evangelizzazione presso l’Issrm di Lecce, nel biennio di specializzazione in Pastorale della bellezza. Un percorso che prepara scientificamente i cultori dell’arte sacra impegnati nell’annuncio del messaggio cristiano: la proposta di una rinnovata presentazione della “buona notizia” del Vangelo, mediante un’innovativa e stimolante proposta culturale e didattica dell’arte e del bello. Il seminario in sei incontri settimanali prende il via venerdì 13 gennaio presso la sede dell’Issrm a Lecce. Le iscrizioni sono ancora aperte, info e dettagli nella locandina SOTTO.

In dialogo col prof. Scattolini per saperne di più in relazione al seminario proposto.

Professore, qual è il significato del titolo scelto Fisionomie evangeliche. Rappresentazione di cristiani”?

Il titolo “Fisionomie evangeliche. Rappresentazioni di cristiani” propone un itinerario sulla figura del credente, a partire da alcune opere d’arte che offrono un messaggio di grande attualità. Attingendo ad un ricco tesoro di “cose nuove e cose antiche”, il programma prevede l’incontro con capolavori tratti dal repertorio “cristiano” messi in dialogo con altri di soggetto “laico”. I partecipanti potranno confrontarsi con la bellezza di diverse persone, evangeliche e non, che sono, ciascuna a proprio modo, autentiche “icone” di bellezza: ogni opera d’arte potrò diventare “specchio” con cui confrontarsi e “finestra” da cui attingere nuove illuminazioni per la vita cristiana.

 

 

 

 

Il binomio arte ed evangelizzazione è ancora possibile ai nostri giorni?

Arte ed evangelizzazione sono un binomio quanto mai attuale, in quanto l’arte è luogo di incontro, di dialogo e di annuncio. In particolare il formidabile patrimonio di venti secoli di arte cristiana permette di custodire la memoria, di suscitare il dibattito e di favorire una rielaborazione delle rappresentazioni della fede. Papa Francesco, ultima voce del magistero in ordine di tempo, ha evidenziato l’importanza della Via Pulchritudinis in Evangelii Gaudium 167: “È bene che ogni catechesi presti una speciale attenzione alla ‘via della bellezza’ (via pulchritudinis)”.

 

 

In che modo?

Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda, anche in mezzo alle prove. In questa prospettiva, tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore Gesù. Non si tratta di fomentare un relativismo estetico, che possa oscurare il legame inseparabile tra verità, bontà e bellezza, ma di recuperare la stima della bellezza per poter giungere al cuore umano e far risplendere in esso la verità e la bontà del Risorto. Se, come afferma Sant’Agostino, noi non amiamo se non ciò che è bello, il Figlio fatto uomo, rivelazione della infinita bellezza, è sommamente amabile, e ci attrae a sé con legami d’amore. Dunque si rende necessario che la formazione nella via pulchritudinis sia inserita nella trasmissione della fede. È auspicabile che ogni Chiesa particolare promuova l’uso delle arti nella sua opera evangelizzatrice, in continuità con la ricchezza del passato, ma anche nella vastità delle sue molteplici espressioni attuali, al fine di trasmettere la fede in un nuovo “linguaggio parabolico”. Bisogna avere il coraggio di trovare i nuovi segni, i nuovi simboli, una nuova carne per la trasmissione della Parola, le diverse forme di bellezza che si manifestano in vari ambiti culturali, e comprese quelle modalità non convenzionali di bellezza, che possono essere poco significative per gli evangelizzatori, ma che sono diventate particolarmente attraenti per gli altri.

 

 

A livello formativo cosa può offrire questo seminario?

Il corso evidenzia la consapevolezza che tutta l’esperienza religiosa cristiana è fondamentalmente una filocalìa, un amore delle cose belle e per questa ragione è importante coltivare la nostra capacità di contemplazione. Scriva P.Tecle Vetrali: «Il senso ed il gusto del bello sono parte integrante dell’autentica esperienza cristiana. Ogni esperienza di Dio è fermentata dal gusto per il bello, espresso spontaneamente dalla creazione non ancora deturpata e veicolato in forma privilegiata nel culto. L’insensibilità per la bellezza denota una mancanza di contatto con Dio ed un falso rapporto con la creazione, poiché la vera conoscenza è contemplativa”. Il confronto con lo splendore della bellezza di santi discepoli del Signore, può davvero illuminarci così da far risplendere anche sul nostro volto la luce di Cristo ed attuare il dono/compito di diventare noi stessi icone viventi, secondo le parole del Vangelo: «Voi siete la luce del mondo!» (Matteo 5,14).

 

 

 

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