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La sala dell’episcopio, popolata di appassionati, per la presentazione di due novità editoriali dedicate alla figura di don Tonino Bello. “Ha scritto t’amo sulla roccia”  di mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca e “Con Cristo sulle strade del mondo” di Giancarlo Piccinni.

Un susseguirsi di emozioni nel racconto della biografia di don Tonino Bello, del suo sguardo sul mondo, del suo modo di relazionarsi con chi viveva ai margini, un uomo che va considerato “non solo un simbolo, ma una memoria viva perché le provocazioni che ci ha lasciato nel corso della sua vita con un linguaggio poetico specialistico e creativo” devono far riflettere ancora oggi, afferma mons. Michele Seccia, nel saluto d’accoglienza.

“È stata l’occasione propizia per ufficializzare la denominazione del nuovo Istituto Superiore di Scienze Religiose, divenuto Metropolitano, intitolato appunto a Don Tonino Bello” ha detto don Luigi Manca, direttore dell’istituto.

La presentazione dei due volumi è l’occasione di tornare a parlare di don Tonino per sentirlo ancora tra noi, per lasciarsi sfidare dalle sue parole”, un tentativo di sentirsi ancora con lui precisa il prof. Fabio Pollice.

Un’esperienza come seminarista coincisa con il vescovato di don Tonino Bello, punto di riferimento da sempre e, ancora oggi nei periodi di difficoltà, nel suo cammino vocazionale, è la commovente e partecipata testimonianza di don Alessandro D’Elia.

Chi, lungo la sua strada, ha incontrato don Tonino, si è innamorato di Dio. Perché di Dio parlava il suo sorriso, la sua fede era autentica, affascinante il suo esempio. La sua parola toccava il cuore: per questo i suoi scritti sono sempre apprezzati, suscitano interesse, comunicano novità, portano la speranza”, è un uomo di Dio che cerca il volto di Dio attraverso la carità, scrive in una pagina, Giancarlo Piccinni, curatore del libro “Con Cristo sulle strade del mondo. 31 meditazioni per una Chiesa in missione”.

Dal titolo avvincente “T’ha scritto t’amo sulla roccia”  ed è bello “perché non è mio – precisa  Vito Angiuli, ma di don Tonino”. Com’era solito fare, partiva da un verso, tratto in questo caso da una nota canzone “ti ho scritto t’amo sulla sabbia” e ribaltandola ha affermato, parlando di vocazione, “ha scritto t’amo sulla roccia e accanto ci ha messo il tuo nome”.

In lui si agita l’anima dell’apostolo che appartiene a questo territorio. Don Tonino parla di un’esperienza di un popolo: ne consegue la responsabilità di noi salentini di riconsegnare un’immagine completa di don Tonino, che senza l’aggancio al  suo territorio perde di consistenza” e non può essere compreso nella sua interezza, conclude il vescovo Angiuli.

Una conoscenza personale, della sua persona, del suo territorio, dei suoi scritti, della sua vita nel territorio salentino. Un testo scritto per evidenziare la sua dimensione educativa, sottolinenando i principi di un’educazione efficace, un messaggio di grande attualità e valido quindi non solo ad intra, all’interno della Chiesa, ma aperto a tutti gli educatori, che hanno il dovere di accompagnare e dirigere le giovani generazioni  verso la scoperta del progetto che Dio ha verso ognuno di noi .

Non solo conoscenza, quindi, delle problematiche educative, dei contesti sociali e culturali, ma un’educazione fondata sulla meraviglia,  sulla passione per la vita, con un caldo e costante invito a stupirsi di tutto, soprattutto delle piccole cose.

 

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