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Sulla spiaggia di Cafarnao, Gesù prima si siede sulla riva poi, a causa della folla, si dirige verso la barca di Pietro. Gli apostoli salgono con lui sull'imbarcazione e comincia a pronunciare parabole.

 

 

Racconta del seminatore e dei semi che cadono lungo la strada, nel terreno sassoso, tra i rovi e nel terreno buono. I semi, spiega agli Apostoli, sono la Parola che può non avere radici nel cuore dell’uomo oppure dare frutto. Gesù parla poi di un seminatore nel cui campo cresce anche la zizzania, le erbe cattive, ma il padrone del campo non vuole sradicarla. Che cosa significano le sue parole?

 

 

La pianta cattiva non si distingue dal grano, soltanto dopo la spigatura, la differenza diviene evidente. Intervenire prima rischia di danneggiare le piante buone. Non dobbiamo pretendere che sia Dio a estirpare a forza il male che ci circonda. Gesù continua a parlare del regno con paragoni legati alla vita di ogni giorno: il regno dei cieli è come un granello di senape, che però una volta cresciuto fa crescere una pianta molto alta. Il regno dei cieli è come un po’ di lievito nella pasta, determinante per ottenere del buon pane. Terminato di parlare, congeda la folla e sceso dalla barca, con i suoi rientra nella casa di Pietro. Qui il Nazareno sollecitato dalle domande spiega le parabole: il seminatore è Gesù stesso, il campo è il mondo, e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno. Alla fine del mondo gli iniqui saranno gettati nella fornace ardente mentre i giusti risplenderanno di luce.

 

 

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