"La parola che ci accompagna oggi - dice il cardinale - è quella che Gesù rivolse a Zaccheo che era salito su un sicomoro per vederlo. Passando di lì, Gesù alzò lo sguardo e - in tono di invito, non di rimprovero - gli disse: 'Zaccheo, scendi subito, perché oggi voglio venire a casa tua!' (Luca 19, 1-10).
Zaccheo sono io che parlo e tu che ascolti. 'Voglio venire a casa tua'. Detto a noi, significa: 'Voglio entrare nell'intimità della tua vita. Non mi basta incontrarti tra la folla, in piazza o in Chiesa'. Richiamiamo alla mente l'invito di Papa Francesco all'inizio della sua Evangelii Gaudium: 'Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta' (EG, 3)". "In che cosa consiste questo famoso 'incontro personale' con Cristo?", domanda ancora Cantalamessa. "È come incontrare una persona dal vivo, dopo averla conosciuta per anni solo in fotografia. Aiuta a capire la differenza quello che succede nell'ambito umano, quando si passa dal conoscere una persona all'innamorarsi di essa. Se sei un giovane o una giovane, sei in grado di capire questo meglio di chiunque altro. Non c'è che l'innamoramento che cambia veramente la vita. Sia quella naturale che quella dello spirito. E Gesu è un innamorato che non delude mai!".