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Per conoscere appieno il vescovo don Tonino Bello occorre studiarne la sua vita e il ministero pastorale da presbitero negli anni di servizio alla sua amata chiesa locale di Ugento-S. Maria di Leuca.

 

 

 

«“Vi darò pastori secondo il mio cuore”. Ancora oggi, questa promessa di Dio è viva e operante nella Chiesa: essa si sente, in ogni tempo, fortunata destinataria di queste parole profetiche; vede il loro realizzarsi quotidiano in tante parti della terra, meglio, in tanti cuori umani, soprattutto di giovani. E desidera, di fronte alle gravi e urgenti necessità proprie e del mondo, che sulle soglie del terzo millennio questa divina promessa si compia in un modo nuovo, più ampio, intenso, efficace: quasi una straordinaria effusione dello Spirito della Pentecoste». Queste intense espressioni contenute nella esortazione apostolica post-sinodale “Pastores dabo vobis” di Giovanni Paolo II offrono la possibilità di riflettere suol ruolo della formazione presbiterale e sul ministero pastorale di don Tonino Bello negli anni che precedono la sua elezione a vescovo di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e successivamente di Ruvo di Puglia.

L’occasione propizia per formulare questa interessante ipotesi la offre l’ultima importante pubblicazione di Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, “vi voglio bene, - edito per i tipi de Il Pozzo di Giacobbe - e dedicato al venerabile don Tonino Bello. Una corposa raccolta di testi editi e inediti che guidano il lettore a conoscere meglio la figura del presbitero alessanese e come la sua esperienza pastorale abbia, profeticamente, funto da finestra aperta all’azione pastorale negli anni in cui è stato ordinario della diocesi di Molfetta.

Si è molto parlato, e scritto, di don Tonino vescovo e molto meno di don Tonino presbitero al servizio delle comunità formative e parrocchiali ad esso affidate. Mons. Angiuli, attraverso lo studio e la lettura delle fonti archivistiche, - così come espresso in premessa al libro - in quattro densi capitoli “evidenzia la linea di continuità e di sviluppo che caratterizza la vita e il ministero pastorale di don Tonino, come sacerdote a Ugento e vescovo di Molfetta. La pubblicistica, invece, tutta sbilanciata sugli anni del suo ministero episcopale e poco consapevole del valore del suo ministero sacerdotale vissuto nella diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, corre il rischio di presentare la sua persona e il suo messaggio in modo parziale e unilaterale” (p. 9).

Dunque, la tesi del vescovo Angiuli è supportata dai documenti che il volume propone in una composita e ricca elencazione che il lettore può molto apprezzare e approfondire.

Il presbitero don Tonino Bello si forma alla scuola del servizio alla carità negli anni di ministero pastorale e la sua azione missionaria trova compimento nel ministero episcopale. Proprio come indica papa Francesco: «(…) Poi c’è il Popolo di Dio a voi affidato. Quando, nel momento della vostra consacrazione, il nome della vostra Chiesa è stato proclamato, si riverberava il volto di coloro che Dio vi stava donando. Questo Popolo ha bisogno della vostra pazienza per curarlo, per farlo crescere. So bene quanto si è reso deserto il nostro tempo. Serve, poi, imitare la pazienza di Mosè per guidare la vostra gente, senza paura di morire come esuli, ma consumando fino all’ultima energia vostra non per voi ma per far entrare in Dio coloro che guidate. Niente è più importante che introdurre le persone in Dio! Vi raccomando soprattutto i giovani e gli anziani. I primi perché sono le nostre ali, e i secondi perché sono le nostre radici. Ali e radici senza le quali non sappiamo che cosa siamo e nemmeno dove dovremo andare» (discorso del Santo Padre Francesco ai nuovi vescovi nominati nel corso dell'anno, Sala Clementina, 18 settembre 2014).

Come scrive mons. Angiuli, il fuoco spigionato dalla testimonianza di don Tonino Bello non si poteva e non si può facilmente contenere. “Esplose così un fuoco che non si poteva più contenere. Non però un fuoco di paglia, ma un bagliore che risplende ai nostri giorni e ha una formidabile energia per continuare a illuminare gli anni che verranno. La nomina episcopale di don Tonino fu la miccia che generò questa esplosione, ma attinse il suo vigore dalle ingenti riserve accumulate in precedenza. Esse non solo non si dispersero, ma si accrebbero negli anni e furono custodite gelosamente nel cuore. La benefica conflagrazione si espande ancora nel nostro tempo e avvolge anche il futuro” (p. 50).

Conflagrazione, che grazie al volume di mons. Vito Angiuli, fa risuonare ancora -e sempre più forte e viva- la voce di don Tonino Bello che continua a dire, a dirci, “Vi voglio bene”! 

 

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