La diffusione del Covid -19 sta mettendo a dura prova l’umanità intera in quanto sta richiedendo sacrifici che hanno letteralmente rivoluzionato le nostre abitudini e l’intero stile di vita.
I sacrifici richiesti sono necessari a tutela non solo della salute individuale e delle nostre famiglie ma soprattutto a tutela delle fasce più deboli, anziani, malati e quanti si trovano in situazioni di particolare fragilità.
Mai come in questo momento assume maggior significato il concetto di operare ed agire per l bene comune.
Penso che molti si trovino a porsi questa domanda: Chi avrebbe mai detto, fino a pochi mesi fa, che ci saremmo ritrovati a dover affrontare questa difficile situazione a causa di una pandemia?
Diciamo la verità. Per molti tante certezze sono letteralmente crollate. Siamo stati abituati a muoverci secondo canoni e stili che la società contemporanea e le leggi di un’economia che mette il profitto al primo posto.
Si sono dimenticate le necessità più intime e spirituali dell’essere umano, con ritmi quasi ossessivi che hanno lasciato poco spazio alla riflessione e alla gioia di gustare i piccoli miracoli che ogni giornata ci offre. La Chiesa italiana si sente coinvolta. Con le diocesi e le parrocchie si impegna ad essere vicina alle vicissitudini della comunità.
Come Ufficio per i problemi sociali e del lavoro della diocesi di Lecce ci sentiamo particolarmente coinvolti in queste ore di sofferenza ed angoscia che stanno vivendo i fedeli tutti. Non è facile scrivere parole di speranza se si pensa a tutti coloro che ora piangono i loro cari ai quali non è concesso neanche di dare l’estremo saluto e tantomeno a tutte quelle famiglie che stanno vivendo l’angoscia dell’incertezza economica che purtroppo andrà oltre il periodo di quarantena.
Ne siamo consapevoli, la ripresa non sarà assolutamente facile soprattutto in un contesto come quello della nostra diocesi e di tutto il sud già segnato dalla piaga della disoccupazione. Nonostante tutto con l’aiuto della fede e della preghiera abbiamo l’obbligo di dare un senso a tutto ciò che sta avvenendo affinché si possa fare strada la speranza di uscire presto da questo tunnel alla fine del quale la luce sarà ritrovata.
In questi giorni in cui sono stati presi d’assalto, senza motivo, i supermercati uno dei beni che è stato più difficile reperire è stato il lievito. Nelle nostre case abbiamo ricominciato ad usarlo! Il pensiero va alla meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae Papa Francesco del 25 ottobre 2016, quando ispirandosi al passo del Vangelo di Luca (13, 18-21) ci disse che: «Gesù parla di due cose della vita quotidiana: il lievito non rimane lievito, perché alla fine si rovina; si mescola con la farina, è in cammino e fa il pane»; e allo stesso modo «il seme non rimane seme: muore e dà vita all’albero». Quindi: «lievito e seme sono in cammino per “fare” qualcosa». E anche «il regno è così». Il Papa ha voluto ribadire il concetto: «Lievito e seme muoiono. Il lievito non è più lievito: si mescola con la farina e diventa pane per tutti, pasto per tutti. Il seme non sarà più seme: sarà albero e diventa abitazione per tutti, per gli uccelli...»….Per questo motivo il regno di Dio «è come la legge: in cammino»…. Esso «è in cammino verso la speranza, è in cammino verso la pienezza» e, soprattutto, «si fa tutti i giorni, con la docilità allo Spirito Santo, che è quello che unisce il nostro piccolo lievito o il piccolo seme alla forza, e li trasforma per far crescere».
Molti nelle loro case, con il loro lievito, mentre stanno sperimentando il valore dell’attesa della pazienza, della condivisione, della semplicità della gioia di godere del profumo del pane appena sfornato inconsapevolmente stanno riscoprendo gioie e sensazioni finora sopite dai ritmi frenetici della quotidianità, stanno compiendo un cammino di introspezione che sicuramente ci fortificherà e ci aiuterà e ci porterà a meglio comprendere ed interiorizzare il messaggio evangelico e ttti gli inviti in esso contenuti.
Non lasciamoci prendere dallo scoraggiamento, ance nei momenti più bui non saremo mai soli e consapevoli di ciò prepariamoci ad affrontare i nuovi giorni che verranno con spirito costruttivo e propositivo cecando di non cadere negli errori che avevano finora oscurato le nostre menti.
Teniamoci, anche se, per ora, virtualmente tutti per mano intorno a Cristo Salvatore.