"Ci siamo nell’emergenza, vogliamo esserci anche dopo!”. È l'appello lanciato da don Gianni Mattia (cappellano ospedaliero al “Fazzi e fondatore del sodalizio) e dai volontari dell’Associazione “Cuore e mani aperte”: “Abbiamo trovato il modo di reinventarci e di manifestare vicinanza n questa fase, ma guardiamo anche al post emergenza”.
"In questo momento di estrema fragilità per le nostre comunità non facciamo nessun passo indietro, semmai ci reinventiamo, studiando e promuovendo nuove formule di vicinanza nei confronti di tutti e, in particolare, dei pazienti e delle fasce sociali che maggiormente risentono delle conseguenze economiche della crisi - sono le parole con cui don Gianni Mattia, presidente e fondatore dell’Associazione 'Cuore e mani aperte OdV' descrive le attività che il consolidato ente del Terzo settore sta portando avanti nel corso dell’evento epidemiologico in atto -. Diciannove anni fa abbiamo iniziato a operare dapprima all’interno del presidio pspedaliero 'Vito Fazzi' di Lecce, di cui sono anche cappellano, estendendo successivamente il nostro raggio di azione a favore di tutta la Asl Lecce, con numerose attività. E quando, lo scorso 24 marzo, gli operatori del 118 di Asl Lecce hanno denunciato di ricevere col contagocce mascherine e kit di protezione individuale - temendo di dover significativamente ridurre il loro servizio per essere sottoposti a quarantena nella malaugurata, ma ahimè! non improbabile, ipotesi in cui fossero entrati in contatto con soggetti positivi al Covid-19 (oltre a temere per le loro famiglie), con il consiglio direttivo dell’Associazione abbiamo compreso che non potevamo lasciare inascoltata quella denuncia”.
“In stretto contatto con diversi operatori e responsabili della Centrale Operativa 118, a partire dal direttore, dott. Maurizio Scardia e con il coordinatore Daniele Antonaci - prosegue don Gianni ci siamo messi a disposizione e in pochi giorni abbiamo già procurato, da diversi fornitori, molti dei quali locali, più di 1.000 tute protettive, per un importo superiore a 8.000 €, e quasi 2.500 maschere monouso KN 95 FFP2, testate EN 149:2001.A queste vanno aggiunte 3 prone face one per i sanitari che operano presso l’Unità operativa complessa della rianimazione e 30 kit per pneumonia (più altri 20 fluorescence rapid test kits già ordinati), per il Laboratorio di patologia clinica del nosocomio leccese. E proprio in queste ore ulteriori richieste di aiuto in tal senso ci giungono da altri reparti”.
“Stiamo parlando di cifre considerevoli - sottolinea il cappellano - che siamo in grado di sostenere solo grazie alla generosità e al grande cuore dei salentini. Sono tantissimi i privati che stanno effettuando piccole donazioni, così come non mancano le realtà imprenditoriali che, nonostante anche per loro sia un momento di vulnerabilità e incertezza, hanno effettuato delle erogazioni liberali. A loro va tutta la mia riconoscenza e il mio messaggio di speranza”.
“Chiaramente le nostre attività istituzionali non si stanno arrestando. Se Sorrisinbus e Bimbulanza hanno continuato a effettuare i loro viaggi gratuiti di minori dalle nostre zone verso i maggiori centri d’eccellenza d’Italia (da quando l’emergenza è esplosa abbiamo raggiunto, solo per citarne alcuni, gli ospedali di Bari, Napoli e il “Bambin Gesù” di Roma), i nostri 455 volontari animatori di corsia della clownterapia, grazie all’utilizzo delle più moderne forme di comunicazione, effettuano delle video chiamate con i piccoli con disabilità costretti a non spostarsi dal domicilio e, in occasione, della Santa Pasqua, stanno cercando di organizzare delle video chiamate di gruppo con i Servizi psichiatrici di diagnosi e cura dei nosocomi salentini, così da pranzare virtualmente insieme con i pazienti”.
“Dall’altro lato il Centro ascolto - è ancora don Gianni a raccontare - continua a erogare buoni spesa a favore di nuclei familiari in difficoltà economiche e a sostenere i viaggi e le spese di vitto e alloggio di alcune famiglie i cui figli minori attualmente si trovano ricoverati presso nosocomi fuori regione. Ed è nostra ferma convinzione portare avanti i progetti di umanizzazione degli spazi ospedalieri per i quali abbiamo già assunto degli impegni e che ormai hanno integrato la nostra mission negli ultimi anni, convinti come siamo che possano favorire la distensione psicologica dei minori ospedalizzati: molto presto doneremo al reparto di Pediatria dell’Azienda ospedaliera 'Cardinale Giovanni Panico' di Tricase una delle nostre ormai mitiche ludobarelle e dobbiamo concludere i lavori della colorazione dell’Unità operativa di Pediatria del presidio ospedaliero 'Sacro Cuore di Gesù' di Gallipoli.
“In questo periodo - ecco l'appello dell'associazione -, negli anni precedenti, abbiamo raccolto fondi attraverso la distribuzione del nostro uovo di Pasqua, denominato Pasqualotto clown. Anche quest’anno le uova sono disponibili e dislocate in diverse sedi in tutto il Salento, ma, viste le restrizioni in atto, abbiamo serie difficoltà a raggiungere le case dei salentini che pure da più parti ci chiedono di poterle ritirare in cambio di un’offerta. La raccolta fondi ci consentirebbe non solo di continuare a sostenere le spese per la donazione dei dispositivi di protezione individuale per il personale del 118 di Asl Le, ma anche di riprendere a pieno regime le nostre attività una volta conclusa la fase più acuta della emergenza sanitaria. Oltre a quelle già citate ricordo, infatti, che le nostre attività sono molteplici e variegate: e vanno dalla Casa di accoglienza 'Santa Caterina Labourè', che all’interno del 'Fazzi' ospita parenti di persone ricoverate che risiedono lontano, nonché pazienti in day hospital chemioterapico e/o radioterapico; allo Spazio benessere 'A Sua immagine' che, all’interno del Polo oncologico 'Giovanni Paolo II' di Lecce, garantisce trattamenti estetici gratuiti a donne e uomini in terapia oncologica. Con il Centro ascolto, infine, temiamo una impennata di richieste, perché è ormai sotto gli occhi di tutti che, passata questa fase in cui l’attenzione è giustamente focalizzata sulla emergenza sanitaria, al termine si aprirà una seconda fase di prevedibile emergenza sociale ed economica; e noi, come abbiamo dimostrato in tutti questi anni, possiamo essere vicini alle fragilità, forse a un livello molto simile a quello dei Servizi sociali comunali”.
“Questo fatto nuovo nella storia contemporanea dell’umanità ci insegna che tutto può cambiare così rapidamente, portandoci da un momento all'altro a modificare la percezione sul nostro futuro, sulla nostra vita. Il presente si riveste di realtà che non si conoscevano e quando la stanchezza viene a porgere i suoi ossequi e sembra quasi non ci sia altro, da tanti cuori e mani aperte piovono colori a tingere di speranza e allegria quei sorrisi che con coraggio vanno a posarsi sulle labbra di chi lotta”.
“L'aria - conclude don Gianni Mattia - si riempie di risate, di musica, di giochi, perché lì dove il dolore dimora, l'amore costruisce fortezze ancora più grandi. E succede che quando questa lotta diviene condivisione, partecipazione, amore, che la fragilità si spoglia del suo fardello e mostra a tutti il suo volto. Occhi brillanti rivolti al mondo, capaci di coglierne il bello, mani protese ad accogliere e curare, cuori che sanno donarsi senza paura, senza negarsi. Nessun passo indietro quando si ama e su questo Amore abbiamo fondato il nostro essere che di voi vive e per voi ama.