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Stasera alle 18.30 presso la chiesa cattedrale di Andria il ricordo annuale del pio transito del Venerabile mons. Giuseppe Di Donna, avvenuto il 2 gennaio 1952. Presiederà l’eucarestia il vescovo Luigi Mansi.

 

 

 

A distanza di 70 anni dalla sua morte, leggendo i segni attuali di questo nostro periodo confuso, incerto e sospeso, guardando alla vita evangelica del Venerabile e rileggendo i suoi scritti e le sue testimonianze, una delle virtù che rimane ancora attuale è quella della perseveranza e della resilienza.

Il modo di vivere la fede permise al vescovo, religioso dell’Ordine Trinitario, di non essere impassibile e inerte a ciò che accadeva nella sua vita personale e pubblica. Con la perseveranza e l’umiltà tipiche dell’uomo Giuseppe Di Donna, potè dare risposte impregnate di vangelo alle tante crisi che si alternavano nella sua vita, che arricchivano l’Ordine della Santissima Trinità.

La fedeltà a Dio e al suo popolo permise al giovane Di Donna di rispondere con entusiasmo alla chiamata missionaria in Madagascar, terra ancora oggi tra le più povere del mondo.

Assumendo il servizio episcopale, il continuo esercizio della perseveranza lo rese pastore resiliente, donando a tutti pace e consolazione. Ma soprattutto seppe dare risposte serie e creative al deterioramento del tessuto sociale provocato dalla seconda guerra mondiale. Una delle tante iniziative pastorali che aprirono nuovi percorsi di annuncio del Vangelo sono stati i Ritiri di perseveranza, forma di annuncio innovativa del vangelo che consisteva nell’annuncio evangelico e nell’effondere largamente la Grazia di Dio attraverso i sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia.

La partecipazione ai “Ritiri di perseveranza” plasmò il popolo andriese rafforzandolo nella carità e nel perdono reciproco.

Ancora oggi la virtù della perseveranza incarnata nella vita e nel corpo del vescovo santo è attualissima.

 

 

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