“Sogniamo insieme, per recuperare lo spirito e l’energia giusta per un buon cammino sulla via evangelica della fraternità e dell’unità”.
Lo ha detto domenica pomeriggio mons. Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace e già vescovo di Castellaneta, nella celebrazione eucaristica con cui ha iniziato presso il palazzetto dello sport “San Gallo” il proprio ministero nella diocesi calabrese.
La messa è stata concelebrata, tra gli altri, dal card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, città nativa di mons. Maniago, e da mons. Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli. Presente l’episcopato calabrese.
“Cammineremo insieme con umiltà, perché senza umiltà non si possono incontrare Dio e il prossimo - ha detto il presule -. Con spirito di accoglienza, non solo gli uni verso gli altri ma anzitutto verso il Signore, convertendoci a lui e annunziandolo con entusiasmo nel mondo”.
Richiamando il magistero di Papa Francesco, e in particolare le parole “partecipazione”, “comunione”, “missione” che caratterizzano il cammino sinodale, mons. Maniago ne ha sottolineato alcuni aspetti. “La partecipazione si dovrà esprimere in un chiaro stile di corresponsabilità nella diversità dei ruoli e dei ministeri”, per cui “nessuno si senta escluso o spettatore nell’edificare la comunità cristiana”.
Riguardo alla comunione, mons. Maniago ha additato la strada del “pregare insieme e insieme ascoltare la Parola di Dio” e, rivolgendosi ai sacerdoti, ha ricordato che “solo nella comunione del presbiterio e del presbiterio con il vescovo potremo vivere un autentico atteggiamento di servizio che sappia riconoscere la ricchezza multiforme del popolo di Dio”.
L’arcivescovo ha poi invitato la comunità diocesana a “vivere sempre più in uno stato di missione per evitare di ripiegarci in modo sterile su noi stessi”. Una passione che si esprime anzitutto “verso i poveri, coloro che mancano di qualcosa in termini materiali o spirituali o affettive”, per cui mons. Maniago ha invitato a “edificare comunità che sappiano incontrare tutti i poveri”. Il presule ha affidato il suo ministero all’intercessione dei santi patroni Agazio e Vitaliano.