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Dieci anni fa la Costa Concordia naufragava davanti all’isola del Giglio, tante vittime purtroppo.

 

 

 

Tra loro un giovane pugliese, che lavorava come batterista sulla nave da crociera. Fu una delle 32 vittime della tragedia: cedette il suo posto sulla scialuppa di salvataggio ad una famiglia con bambini piccoli, pur non sapendo nuotare.

Dieci anni dopo, con orgoglio e con identica commozione, Alberobello piange il suo eroe, orgogliosa di annoverarlo tra i suoi cittadini più illustri, straordinario emblema di altruismo e generosità".

A ricordare il sacrificio estremo di Giuseppe, anche Antonella Bologna, originaria di Palermo, che in quell'occasione era una passeggera della nave assieme al marito e a due bimbi piccoli: "È un ricordo indelebile che non si cancellerà mai per tutta la mia vita. Ci ha salvato. È giusto conferire la medaglia al valore a questo ragazzo perché ha dato la sua vita per gli altri e per i bambini. La merita veramente”.

“Non mi volevano far salire sulla scialuppa - ricorda la mamma scampata alla tragedia - nonostante avessi i bambini”. I suoi gemelli avevano solo 3 anni e mezzo. “Abbiamo visto veramente la morte con gli occhi. Quando ho urlato chiedendo di salire lui ha detto 'venga, venga' e ci ha fatto entrare nella terza scialuppa, prima mio marito con il primo bambino, poi io con l'altro. Lui non è salito. Andate ci ha detto con un sorriso”.

I naufraghi trovarono subito riparo nella chiesa, aperta per dare conforto e cura. Non si dimentica lo straordinario impegno dei soccorritori per salvare quante più vite possibile e la grande solidarietà degli abitanti dell’isola, in una tragedia che ha lasciato un segno indelebile in tutto il Paese.

 

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